Tombino pericolante segnalato e... ricoperto. Rimane l'emergenza
Una trappola a orologeria: resta un rischio concreto per chi transita in via Torino.
In città i problemi si risolvono... Mettendoli sotto il tappeto. O almeno così sembrerebbe dopo quanto successo in via Torino, dove martedì della settimana scorsa era stato segnalato su PrimaBiella.i un tombino pericolante. Nell’articolo online, con tanto di video al rallentatore, si faceva notare come il tombino in questione tremasse visibilmente al passaggio delle auto e sembrasse che a sostenerlo non fosse più che una parte residua dell’asfalto sottostante. Il rischio che qualcuno potesse danneggiarlo ulteriormente passandovi sopra, affossandolo definitivamente, sembrava essere molto concreto.
Nel video sopra la situazione prima dell'intervento
Tombino pericolante: segnalato e... ricoperto
A questo punto si è intervenuti... Ricoprendolo interamente con del nuovo asfalto, senza però rinforzare la struttura sottostante. Non c’è nulla da dire, anzi, sulla tempestività dell’intervento, che è stato eseguito nell’arco dei due giorni successivi. Molto, invece, si potrebbe dire sulle modalità in cui è stato fatto il lavoro: ricoprendo il tombino, infatti, non si è risolto il problema (il fatto che la struttura sia precaria) ma lo si è solo “nascosto”, come si vede anche dal nuovo video, realizzato a una settimana dal primo, in cui è possibile notare che il pezzo di strada continua a tremare e sentire l'effetto del passaggio delle auto.
Nel video sopra la situazione dopo l'intervento
Non c'erano altre soluzioni?
Se si avesse voluto trovare una soluzione temporanea al problema, anche una segnalazione di pericolo con una delimitazione dell’area sarebbe andata bene, invece così il tombino continua a tremare (si sente e si vede!) al passaggio delle migliaia di mezzi che quotidianamente percorrono l’arteria stradale cittadina... C’è da sperare che non si faccia male nessuno.
Continueremo a seguire il caso
Ai lettori di Prima Biella e all’Amministrazione era stata fatta la promessa che gli sviluppi (o non sviluppi) sarebbero stati seguiti e riportati: eccone la dimostrazione.
Gianmaria Laurent Jacazio