Terremoto di magnitudo 6.4 nel nord del Cile: epicentro nella regione di Atacama. «Stiamo tutti bene»
Il sisma registrato a 52 km da Diego de Almagro. Nessuna vittima, ma paura tra la popolazione. Il racconto del chiavazzese Alessio Guglielminotti Canun: «Qui discutiamo se andare a pranzo»
Un forte terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito nelle scorse ore il nord del Cile, con epicentro localizzato a 52 chilometri da Diego de Almagro, nella regione di Atacama, a una profondità di 76,6 km, secondo quanto riferito dal Servizio Geologico degli Stati Uniti (Usgs).
La testimonianza del biellese Alessio Guglielminotti Canun
Il sisma è stato chiaramente avvertito anche a Copiapó, capoluogo regionale e città dove si trova da alcuni mesi Alessio Guglielminotti Canun, il giovane chiavazzese trasferitosi in Cile per un prestigioso dottorato in astrofisica. Per lui, come racconta, si è trattato del primo terremoto vissuto in prima persona: «È stato il primo terremoto della mia vita, e devo dire... notevole. Qui lo hanno registrato come 6.6 sulla scala Richter. Fortunatamente stiamo tutti bene, l’università è rimasta intatta, anche se c’è tanta polvere e un pannello è caduto dal soffitto».

Nonostante l’intensità, la popolazione locale ha reagito con grande prontezza e lucidità. «Qui sono avantissimi con gli edifici, le strutture sono costruite per resistere a scosse forti. Da noi, in Italia, un 6.5/6.6 significherebbe una strage, qui invece stiamo discutendo se andare a pranzo», ha commentato con un misto di sollievo e stupore Alessio.
«Intorno alle 13 di oggi (ora cilena) c'è stato un terremoto di magnitudo 6.4. È cominciato con un forte rumore, quasi come il boato di una raffica di vento, e poi ha cominciato a tremare tutto. Con gli altri ragazzi siamo usciti dall'edificio ordinatamente e ci siamo diretti in uno spiazzo sicuro e lì abbiamo aspettato qualche minuto. La scossa è durata probabilmente tra i 20 e i 30 secondi. Dopodiché siamo rientrati nell'edificio per controllare i danni. Nel nostro dipartimento fortunatamente si sono registrati solo danni lievi, come la caduta di qualche pannello del controsoffitto. In altre zone dell'università c'è stato qualche danno in più, ma comunque niente di serio. È stato strano perché è avvenuto tutto molto tranquillamente e appena finito siamo praticamente tornati a fare quello che stavamo facendo prima e a discutere su cosa avremmo mangiato dopo. L'università per precauzione ci ha mandati comunque tutti a casa per sicurezza, nel caso di repliche. In città si registrano dei danni agli edifici, ma nessuno è crollato. Il Cile è un paese estremamente sismico e tutti gli edifici sono costruiti con severe norme antisismiche, quindi per avere danni importanti bisogna avere terremoti sopra 7.0 della Richter. La popolazione sa in generale come comportarsi durante questi eventi e ci convive tranquillamente, quasi fossero una routine. È stato strano anche mangiare nella mensa leggermente danneggiata e vedere come tutto intorno si muovesse come se nulla fosse successo».
Danni limitati a strutture non strategiche
I danni, per ora, sembrano essere limitati a strutture non strategiche: «In mensa ci sono stati alcuni danni, così come al centro commerciale», riferisce ancora il giovane astrofisico. Nessuna notizia, al momento, di feriti gravi o crolli significativi.




Il Cile, un paese a rischio sismico
Il Cile, situato lungo il cosiddetto “Anello di Fuoco” del Pacifico, è uno dei paesi più sismicamente attivi al mondo e da decenni ha sviluppato un’efficiente cultura della prevenzione, sia in termini di educazione pubblica che di ingegneria antisismica.
Una convivenza con i terremoti
Anche stavolta, l’efficacia di queste misure ha fatto la differenza. E Alessio, con la lucidità del ricercatore e la serenità di chi ha trovato una nuova casa solida anche sotto i piedi, conclude: «Fa impressione, certo, ma ora capisco perché qui convivono con i terremoti con così tanta naturalezza».