L'ultima sentenza

Tassista investì un capriolo in città: i danni li ha pagati la Regione

Le indicazioni da una recente sentenza della Cassazione. Tutti respinti dal giudice i ricorsi contro la Provincia.

Tassista investì un capriolo in città: i danni li ha pagati la Regione
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E’ la Regione a dover essere considerata l’esclusiva responsabile dei danni causati dagli animali selvatici perché se ne “serve”. Va comunque provato che è stato “umanamente” impossibile evitare l'impatto. Sul piano civilistico il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall’animale stesso, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito. Salvo che provi il caso fortuito.

Lo dice la Cassazione

E’ quanto ha stabilito una recente sentenza della Corte di Cassazione (la 18454/2022), in seguito alla quale sono stati respinti dal Giudice di Pace oppure - in fase di appello - dal Tribunale, tutti gli ultimi ricorsi contro la Provincia di Biella di automobilisti che hanno riportato seri danni alle loro autovetture in seguito a scontri con caprioli, cinghiali o cervi che all’improvviso hanno attraversato loro la strada. Nella maggior parte dei casi, le carcasse degli animali sono state raccolte dagli addetti della Protezione civile che vengono ogni volta chiamati a intervenire dalle forze dell’ordine. In altre circostanze, nonostante la gran botta, gli animali si sono trascinati fino al vicino bosco e sono spariti nella macchia.
Spetta sempre ai Carabinieri (da quando hanno assorbito il Corpo Forestale dello Stato), occuparsi della dinamica degli incidenti provocati da animali selvatici.

Il tassista che ha vinto il ricorso

L’ultimo ricorso vinto in ordine di tempo contro la Regione con il riconoscimento del danno alla vettura (di circa tremila euro) e delle spese legali, è stato quello di un tassista di Biella che il 10 aprile di due anni fa, lungo via Ogliaro (nel tratto in salita che conduce a Pavignano), appena dopo la strettoia provocata da un cantiere stradale (nel fotogramma della telecamera del taxi il punto esatto), aveva travolto un capriolo adulto. L’animale era sbucato all’improvviso dalla ripa che degrada verso il torrente Cervo. Il tassista non aveva potuto far nulla per evitare l’impatto come peraltro aveva testimoniato il filmato registrato dalla videocamera in dotazione alla vettura: la prova provata che “umanamente”, come vuole la sentenza della Cassazione, non aveva potuto far nulla per evitare l’impatto. Il capriolo, stordito e ferito, di certo terrorizzato, era riuscito a rialzarsi e a risalire l’irta scarpata verso la collina.

L'avvocato spiega...

L’avvocato Alessandro Lippiello di Biella ha assistito il tassista nel ricorso contro la Regione, «in quanto ha competenza esclusiva quando si tratta di animali selvatici - puntualizza il legale -. Ciò anche se, nello specifico, l’incidente era avvenuto in territorio comunale».
A dimostrare che il tassista aveva fatto tutto il possibile per evitare l’impatto, era ben servito il filmato della telecamera di bordo. Come spiegato dal legale, l’obiettivo della telecamera inquadrava sia il contachilometri del taxi confermando pertanto la velocità tenuta dal professionista rispettosa delle norme in quel tratto di strada, sia il volante. L’inquadratura aveva così mostrato un tentativo di sterzata da parte del tassista. Inquadrava inoltre la strada anche nel momento in cui il capriolo aveva attraversato ed era stato inevitabilmente investito.
«Grazie al filmato e al comportamento tenuto dal mio cliente in seguito all’incidente - ribadisce l’avvocato Lippiello -, nel confronto con la Regione tutto si è risolto già alla prima udienza con il riconoscimento sia del danno sia delle competenze legali».

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