Stalking: chiesti 4 anni e mezzo per Vassallo

Stalking: chiesti 4 anni e mezzo per Vassallo
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BIELLA - Quattro anni e mezzo di reclusione più un risarcimento di 35mila euro alle parti offese. E quanto hanno chiesto ieri mattina davanti al giudice dell’udienza preliminare, Anna Ferretti, la Pubblica accusa e il rappresentante di parte civile nei confronti di Valerio Vassallo, il vegano più famoso d’Italia, balzato più volte alla ribalta della cronaca nazionale per le sue battaglie in favore degli animali maltrattati, contro la caccia, la pesca e il consumo di carne. Vassallo è accusato di stalking. Secondo gli inquirenti, avrebbe perseguitato per mesi l’ex fidanzata dopo che la loro relazione era finita. L’avrebbe pedinata, si sarebbe appostato fuori dal lavoro e le avrebbe scritto centinaia di messaggi “sms” contenenti anche insulti e frasi minacciose, rendendo pertanto - sempre stando al capo d’imputazione - la sua vita impossibile.
Ieri mattina in aula, per il processo con rito abbreviato (il giudice raggiungerà la sentenza sulla base degli atti), il difensore, avvocato Alessandra Guarini, ha ribattuto colpo su colpo alla lunga lista di episodi di cui si compone il capo d’accusa, dai presunti pedinamenti passando dalle telefonate che Vassallo avrebbe fatto all’amico della ex compagna fino ai messaggi o alle insistenti richieste di appuntamento alla ragazza con la quale aveva convissuto per un certo periodo di tempo, condividendo peraltro le stesse battaglie per i diritti degli animali.

A sorpresa, nella parte centrale di un’udienza durata circa due ore e mezza, ha chiesto e ottenuto la parola lo stesso Vassallo che ha letto in aula una lunga memoria con la quale ha ripercorso la storia d’amore con la giovane originaria di Milano ma da tempo residente a Biella, presente nella piccola aula delle udienze preliminari accanto all’amico, anche lui parte offesa nel processo, entrambi rappresentati dall’avvocato Andrea Delmastro.
Durissima è arrivata la richiesta della Pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Federico Carrai: quattro anni e mezzo di reclusione, il massimo possibile considerato lo sconto di pena di un terzo previsto dal rito abbreviato. «Una richiesta che mi ha lasciato senza fiato - è stato il commento a caldo di Valerio Vassallo -. Sono abituato a lottare per i diritti degli esseri più deboli, non ha senso che mi si accusi di un simile reato che non ho commesso...».
Il giudice ha alla fine voluto prendersi del tempo e ha rinviato il processo al prossimo 12 luglio per la replica del difensore e per la lettura della sentenza.
Valter Caneparo

Leggi di più sull'Eco di Biella di giovedì 29 giugno 2017

BIELLA - Quattro anni e mezzo di reclusione più un risarcimento di 35mila euro alle parti offese. E quanto hanno chiesto ieri mattina davanti al giudice dell’udienza preliminare, Anna Ferretti, la Pubblica accusa e il rappresentante di parte civile nei confronti di Valerio Vassallo, il vegano più famoso d’Italia, balzato più volte alla ribalta della cronaca nazionale per le sue battaglie in favore degli animali maltrattati, contro la caccia, la pesca e il consumo di carne. Vassallo è accusato di stalking. Secondo gli inquirenti, avrebbe perseguitato per mesi l’ex fidanzata dopo che la loro relazione era finita. L’avrebbe pedinata, si sarebbe appostato fuori dal lavoro e le avrebbe scritto centinaia di messaggi “sms” contenenti anche insulti e frasi minacciose, rendendo pertanto - sempre stando al capo d’imputazione - la sua vita impossibile.
Ieri mattina in aula, per il processo con rito abbreviato (il giudice raggiungerà la sentenza sulla base degli atti), il difensore, avvocato Alessandra Guarini, ha ribattuto colpo su colpo alla lunga lista di episodi di cui si compone il capo d’accusa, dai presunti pedinamenti passando dalle telefonate che Vassallo avrebbe fatto all’amico della ex compagna fino ai messaggi o alle insistenti richieste di appuntamento alla ragazza con la quale aveva convissuto per un certo periodo di tempo, condividendo peraltro le stesse battaglie per i diritti degli animali.

A sorpresa, nella parte centrale di un’udienza durata circa due ore e mezza, ha chiesto e ottenuto la parola lo stesso Vassallo che ha letto in aula una lunga memoria con la quale ha ripercorso la storia d’amore con la giovane originaria di Milano ma da tempo residente a Biella, presente nella piccola aula delle udienze preliminari accanto all’amico, anche lui parte offesa nel processo, entrambi rappresentati dall’avvocato Andrea Delmastro.
Durissima è arrivata la richiesta della Pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Federico Carrai: quattro anni e mezzo di reclusione, il massimo possibile considerato lo sconto di pena di un terzo previsto dal rito abbreviato. «Una richiesta che mi ha lasciato senza fiato - è stato il commento a caldo di Valerio Vassallo -. Sono abituato a lottare per i diritti degli esseri più deboli, non ha senso che mi si accusi di un simile reato che non ho commesso...».
Il giudice ha alla fine voluto prendersi del tempo e ha rinviato il processo al prossimo 12 luglio per la replica del difensore e per la lettura della sentenza.
Valter Caneparo

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