«Spari e sangue? Purtroppo funziona così»

VALLANZENGO - «Io mi rendo conto che sentire spari notturni e vedere la strada sporca di sangue possa destare preoccupazione, ma tutto è stato fatto secondo una logica. E soprattutto, sempre nel rispetto rigoroso delle norme di sicurezza. Senza mai mettere a rischio l’incolumità di nessuno. E se non abbiamo avvisato preventivamente la popolazione, vi assicuro che un motivo c’era». Emanuele Ramella Pralugno, presidente della Provincia, spiega i retroscena della vicenda che nei giorni scorsi ha creato scompiglio e angoscia tra gli abitanti di Vallanzengo, spiengendo il sindaco Michela Trabbia a pubblicare un post su Facebook per ribadire la propria estraneità al fatto e la propria intenzione di fare chiarezza.
«Quella che ha avuto luogo tra Vallanzengo e Bioglio nella notte tra mercoledì e giovedì è stata una normale battuta notturna al cinghiale, come quelle che avvengono regolarmente sul territorio provinciale ad opera delle nostre guardie venatorie», chiarisce il presidente. «Nulla di strano: riceviamo le segnalazioni che ci fanno presente i luoghi di avvistamento dei porcastri, quindi organizziamo battute per agire in tempi stretti proprio nei punti indicati». Esattamente quanto avvenuto anche a Vallanzengo, da dove Ramella Pralungo afferma «erano arrivate informazioni specifiche che segnalavano la presenza dei cinghiali in una zona boschiva». La battuta della notte in questione, i cui spari sono stati avvertiti in paese intorno alle 3/3 e mezza e la cui estensione ha interessato anche Comuni limitrofi, ha in totale fruttato un bottino di sette porcastri, dei quali due non sono stati recuperati. «Ma non è questo il vero problema - aggiunge ancora Ramella -: nel corso di quella sola uscita sono stati contati oltre 70 esemplari. Un numero elevatissimo, che a mio avviso rappresenta un motivo di preoccupazione ben più grave rispetto alle battute di contenimento». Le battute notturne possono essere effettuate solo dalle guardie venatorie provinciali: un gruppo di 6 professionisti dei quali solo 2 hanno l’abilitazione allo sparo. Oltre a loro, che operano anche con speciali fari, possono operare sul territorio a scopo di contenimento anche squadre di cacciatori selezionati. «Ma gli interventi non possono essere annunciati alla popolazione - conclude il presidente -. Avvisare preventivamente in merito all’imminente battuta di caccia potrebbe rischiare di provocare movimenti in paese che potrebbero far scappare i porcastri. La battuta deve cogliere totalmente di sorpresa gli animali nel luogo in cui sono stati segnalati. E avvisare la popolazione potrebbe impedirci di raggiungere questo risultato».
Veronica Balocco
VALLANZENGO - «Io mi rendo conto che sentire spari notturni e vedere la strada sporca di sangue possa destare preoccupazione, ma tutto è stato fatto secondo una logica. E soprattutto, sempre nel rispetto rigoroso delle norme di sicurezza. Senza mai mettere a rischio l’incolumità di nessuno. E se non abbiamo avvisato preventivamente la popolazione, vi assicuro che un motivo c’era». Emanuele Ramella Pralugno, presidente della Provincia, spiega i retroscena della vicenda che nei giorni scorsi ha creato scompiglio e angoscia tra gli abitanti di Vallanzengo, spiengendo il sindaco Michela Trabbia a pubblicare un post su Facebook per ribadire la propria estraneità al fatto e la propria intenzione di fare chiarezza.
«Quella che ha avuto luogo tra Vallanzengo e Bioglio nella notte tra mercoledì e giovedì è stata una normale battuta notturna al cinghiale, come quelle che avvengono regolarmente sul territorio provinciale ad opera delle nostre guardie venatorie», chiarisce il presidente. «Nulla di strano: riceviamo le segnalazioni che ci fanno presente i luoghi di avvistamento dei porcastri, quindi organizziamo battute per agire in tempi stretti proprio nei punti indicati». Esattamente quanto avvenuto anche a Vallanzengo, da dove Ramella Pralungo afferma «erano arrivate informazioni specifiche che segnalavano la presenza dei cinghiali in una zona boschiva». La battuta della notte in questione, i cui spari sono stati avvertiti in paese intorno alle 3/3 e mezza e la cui estensione ha interessato anche Comuni limitrofi, ha in totale fruttato un bottino di sette porcastri, dei quali due non sono stati recuperati. «Ma non è questo il vero problema - aggiunge ancora Ramella -: nel corso di quella sola uscita sono stati contati oltre 70 esemplari. Un numero elevatissimo, che a mio avviso rappresenta un motivo di preoccupazione ben più grave rispetto alle battute di contenimento». Le battute notturne possono essere effettuate solo dalle guardie venatorie provinciali: un gruppo di 6 professionisti dei quali solo 2 hanno l’abilitazione allo sparo. Oltre a loro, che operano anche con speciali fari, possono operare sul territorio a scopo di contenimento anche squadre di cacciatori selezionati. «Ma gli interventi non possono essere annunciati alla popolazione - conclude il presidente -. Avvisare preventivamente in merito all’imminente battuta di caccia potrebbe rischiare di provocare movimenti in paese che potrebbero far scappare i porcastri. La battuta deve cogliere totalmente di sorpresa gli animali nel luogo in cui sono stati segnalati. E avvisare la popolazione potrebbe impedirci di raggiungere questo risultato».
Veronica Balocco