Sono nel Biellese i re delle truffe online
Si trovano nel cuore delle province di Biella, Vercelli e Novara, i re dei truffatori online, in grado di racimolare ad ogni raggiro decine di migliaia di euro, mettendo in vendita soprattutto dispositivi elettronici, dagli smartphone di ultima generazione alle consolle per videogames, televisori, telecamere, pc portatili e altro ancora. Gli stessi soggetti operano da almeno otto anni e avrebbero racimolato cifre da capogiro, di sicuro oltre il milione di euro. Hanno truffato centinaia di ignari navigatori della rete, dalla Sicilia al Trentino Alto Adige passando dalla Toscana e dal Piemonte. Eppure restano impuniti nonostante la quantità industriale di denunce a loro carico pendenti in tutte le procure dello stivale.
Abitano nel Biellese, a Pray o nella zona di Trivero. Oppure a Borgosesia e a Borgomanero. Per aprire ditte online (considerato che loro, ormai “bruciati”, non possono più farlo), utilizzano delle “teste di legno”, disoccupati, giovani in cerca di un lavoro e di un misero stipendio per campare. Offrono cifre irrisorie e intestano loro società e partite Iva, carte Postepay e prepagate, fanno aprire conti correnti sui quali confluiranno i proventi delle truffe online di merce che gli acquirenti non vedranno mai così come i loro soldi.
Ora c’è una Procura che sta indagando, quella di Novara, col sostituto procuratore Silvia Baglivo, già in forza, qualche anno fa, alla Procura di Biella. Sarebbero già partiti i primi avvisi di garanzia, non solo per le truffe, ma anche per il reato di riciclaggio. Nei conti correnti aperti per nome e per conto delle “teste di legno” transiterebbero ogni volta decine e decine di migliaia di euro, tanti in entrata, tanti in uscita sia con bonifici sia con prelievi ai bancomat, al punto che i conti risulterebbero sempre a zero. Un modo evidente per “ripulire” denaro proveniente da attività illecite.
Valter Caneparo
Leggi l’articolo integrale sull’Eco di Biella di lunedì 13 aprile
Si trovano nel cuore delle province di Biella, Vercelli e Novara, i re dei truffatori online, in grado di racimolare ad ogni raggiro decine di migliaia di euro, mettendo in vendita soprattutto dispositivi elettronici, dagli smartphone di ultima generazione alle consolle per videogames, televisori, telecamere, pc portatili e altro ancora. Gli stessi soggetti operano da almeno otto anni e avrebbero racimolato cifre da capogiro, di sicuro oltre il milione di euro. Hanno truffato centinaia di ignari navigatori della rete, dalla Sicilia al Trentino Alto Adige passando dalla Toscana e dal Piemonte. Eppure restano impuniti nonostante la quantità industriale di denunce a loro carico pendenti in tutte le procure dello stivale.
Abitano nel Biellese, a Pray o nella zona di Trivero. Oppure a Borgosesia e a Borgomanero. Per aprire ditte online (considerato che loro, ormai “bruciati”, non possono più farlo), utilizzano delle “teste di legno”, disoccupati, giovani in cerca di un lavoro e di un misero stipendio per campare. Offrono cifre irrisorie e intestano loro società e partite Iva, carte Postepay e prepagate, fanno aprire conti correnti sui quali confluiranno i proventi delle truffe online di merce che gli acquirenti non vedranno mai così come i loro soldi.
Ora c’è una Procura che sta indagando, quella di Novara, col sostituto procuratore Silvia Baglivo, già in forza, qualche anno fa, alla Procura di Biella. Sarebbero già partiti i primi avvisi di garanzia, non solo per le truffe, ma anche per il reato di riciclaggio. Nei conti correnti aperti per nome e per conto delle “teste di legno” transiterebbero ogni volta decine e decine di migliaia di euro, tanti in entrata, tanti in uscita sia con bonifici sia con prelievi ai bancomat, al punto che i conti risulterebbero sempre a zero. Un modo evidente per “ripulire” denaro proveniente da attività illecite.
Valter Caneparo
Leggi l’articolo integrale sull’Eco di Biella di lunedì 13 aprile