«Sono io l’assassino di Erika»
La smentita. Quel giovane che tutti descrivono come molto riservato, mite e a tratti remissivo, ha smentito se stesso, la sua prima versione del fantomatico rapinatore dalla carnagione olivastra e i capelli rasati che aveva ucciso la sua fidanzata e stordito lui con una grossa pietra pomice trovata in casa, per rubare un portafogli con 500 euro e un orologio Rolex. A 40 giorni esatti da quella domenica mattina,11 giugno, Dimitri ha spiegato come e perché si è trasformato in uno spietato omicida, capace di sgozzare con due tremendi fendenti la donna che diceva di amare più di ogni altra cosa al mondo. Tra pianti liberatori e ripetuti «non volevo», il commesso del Vandorno ha risposto a tutte le domande degli investigatori e del Procuratore, ricostruendo nel dettaglio tutte le fasi del delitto avvenuto nella villetta di amici a San Teodoro, in Sardegna, dove la coppia stava trascorrendo un breve periodo di vacanza.
Il racconto. «Da due anni e mezzo, Erika non perdeva occasione per rimproverarmi e insultarmi», ha spiegato il giovane. Il loro rapporto si era ormai incrinato. Ma nessuno dei due se la sentiva di interrompere la relazione. Stando al racconto del giovane, quella domenica mattina era stato lui a preparare i panini per la gita in gommone. «Non volevo che si stancasse, desideravo solo che si godesse le ferie - ha puntualizzato Dimitri -. Ma qualunque cosa facessi, per lei c’era sempre qualcosa di sbagliato...».
Valter Caneparo
Leggi di più sull'Eco di Biella di lunedì 24 luglio 2017
La smentita. Quel giovane che tutti descrivono come molto riservato, mite e a tratti remissivo, ha smentito se stesso, la sua prima versione del fantomatico rapinatore dalla carnagione olivastra e i capelli rasati che aveva ucciso la sua fidanzata e stordito lui con una grossa pietra pomice trovata in casa, per rubare un portafogli con 500 euro e un orologio Rolex. A 40 giorni esatti da quella domenica mattina,11 giugno, Dimitri ha spiegato come e perché si è trasformato in uno spietato omicida, capace di sgozzare con due tremendi fendenti la donna che diceva di amare più di ogni altra cosa al mondo. Tra pianti liberatori e ripetuti «non volevo», il commesso del Vandorno ha risposto a tutte le domande degli investigatori e del Procuratore, ricostruendo nel dettaglio tutte le fasi del delitto avvenuto nella villetta di amici a San Teodoro, in Sardegna, dove la coppia stava trascorrendo un breve periodo di vacanza.
Il racconto. «Da due anni e mezzo, Erika non perdeva occasione per rimproverarmi e insultarmi», ha spiegato il giovane. Il loro rapporto si era ormai incrinato. Ma nessuno dei due se la sentiva di interrompere la relazione. Stando al racconto del giovane, quella domenica mattina era stato lui a preparare i panini per la gita in gommone. «Non volevo che si stancasse, desideravo solo che si godesse le ferie - ha puntualizzato Dimitri -. Ma qualunque cosa facessi, per lei c’era sempre qualcosa di sbagliato...».
Valter Caneparo
Leggi di più sull'Eco di Biella di lunedì 24 luglio 2017