«Soldi scaduti, ci vuole il bollino blu»
E’ finita davanti a un giudice una presunta truffatrice di anziani, di quelle che con una scusa qualsiasi, dopo aver studiato per bene il copione, riescono a farsi consegnare i risparmi e gli oggetti di valore dai pensionati che prendono di mira. In un caso, l’imputata era riuscita a farsi consegnare circa seimila euro in contanti in quanto - a suo dire - «i soldi erano in scadenza e necessitavano con urgenza del bollino blu».
Accusata d’aver messo a segno tre raggiri ai danni di anziani, Lara Veronese, 41 anni, di Biella, è stata rinviata a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare, Claudio Ferrero, per il 9 novembre del prossimo anno quando inizierà il processo. Le truffe di cui è accusata l’imputata (difesa dall’avvocato Bracciani di Torino), avevano fatto scalpore in provincia. Si era parlato della finta postina che avrebbe agito ogni volta in compagnia di un complice che l’aspettava in macchina di cui, però non è stata mai trovata traccia.
Nel primo caso - stando all’accusa - l’imputata si sarebbe spacciata per la nuova postina del paese. Il 10 febbraio dell’anno scorso, aveva quindi suonato alla porta di una signora di 83 anni di Occhieppo Superiore. Per carpire la sua fiducia, l’aveva invitata a presentarsi all’ufficio postale del paese per ritirare un supplemento di pensione.
Subito dopo le aveva chiesto di poter visionare le banconote da 50 euro per controllare il numero di serie. La padrona di casa si era fidata e aveva consegnato 750 euro alla finta postina la quale, adducendo la necessità di dover uscire dall’abitazione per recarsi in macchina a prendere un foglio per la ricevuta, si era allontanata di corsa, era salita sull’auto condotta dal complice e se n’era andata.
Due giorni dopo - sempre stando al capo d’accusa - la truffa si era ripetuta a Mongrando. Stavolta si era presentata alla soglia di una coppia di coniugi di 82 e 89 anni, una donna che si era spacciata per la nuova direttrice dell’ufficio postale del paese nonché moglie del brigadiere della locale caserma. i due pensionati le avevano creduto. Con la scusa delle banconote che necessitavano del bollino blu, la truffatrice si era quindi fatta consegnare due buste contenenti circa 6.000 euro in contanti. «Arrivo subito», aveva quindi detto la sconosciuta a marito e moglie. Ma non appena era uscita dalla porta se l’era svignata a gambe levate, allontanandosi sull’auto guidata dal complice.
Lo stesso giorno, a Zubiena, si era registrata la terza truffa della finta impiegata. Anche stavolta si era fatta consegnare la notevole somma di 5.000 euro da una pensionata di 85 anni fingendosi direttrice dell’ufficio postale e accampando come scusa che, se non le avesse consegnato le banconote, sarebbero scadute in giornata. Anche in questo caso sull’auto c’era un uomo ad aspettarla.
V.Ca.
E’ finita davanti a un giudice una presunta truffatrice di anziani, di quelle che con una scusa qualsiasi, dopo aver studiato per bene il copione, riescono a farsi consegnare i risparmi e gli oggetti di valore dai pensionati che prendono di mira. In un caso, l’imputata era riuscita a farsi consegnare circa seimila euro in contanti in quanto - a suo dire - «i soldi erano in scadenza e necessitavano con urgenza del bollino blu».
Accusata d’aver messo a segno tre raggiri ai danni di anziani, Lara Veronese, 41 anni, di Biella, è stata rinviata a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare, Claudio Ferrero, per il 9 novembre del prossimo anno quando inizierà il processo. Le truffe di cui è accusata l’imputata (difesa dall’avvocato Bracciani di Torino), avevano fatto scalpore in provincia. Si era parlato della finta postina che avrebbe agito ogni volta in compagnia di un complice che l’aspettava in macchina di cui, però non è stata mai trovata traccia.
Nel primo caso - stando all’accusa - l’imputata si sarebbe spacciata per la nuova postina del paese. Il 10 febbraio dell’anno scorso, aveva quindi suonato alla porta di una signora di 83 anni di Occhieppo Superiore. Per carpire la sua fiducia, l’aveva invitata a presentarsi all’ufficio postale del paese per ritirare un supplemento di pensione.
Subito dopo le aveva chiesto di poter visionare le banconote da 50 euro per controllare il numero di serie. La padrona di casa si era fidata e aveva consegnato 750 euro alla finta postina la quale, adducendo la necessità di dover uscire dall’abitazione per recarsi in macchina a prendere un foglio per la ricevuta, si era allontanata di corsa, era salita sull’auto condotta dal complice e se n’era andata.
Due giorni dopo - sempre stando al capo d’accusa - la truffa si era ripetuta a Mongrando. Stavolta si era presentata alla soglia di una coppia di coniugi di 82 e 89 anni, una donna che si era spacciata per la nuova direttrice dell’ufficio postale del paese nonché moglie del brigadiere della locale caserma. i due pensionati le avevano creduto. Con la scusa delle banconote che necessitavano del bollino blu, la truffatrice si era quindi fatta consegnare due buste contenenti circa 6.000 euro in contanti. «Arrivo subito», aveva quindi detto la sconosciuta a marito e moglie. Ma non appena era uscita dalla porta se l’era svignata a gambe levate, allontanandosi sull’auto guidata dal complice.
Lo stesso giorno, a Zubiena, si era registrata la terza truffa della finta impiegata. Anche stavolta si era fatta consegnare la notevole somma di 5.000 euro da una pensionata di 85 anni fingendosi direttrice dell’ufficio postale e accampando come scusa che, se non le avesse consegnato le banconote, sarebbero scadute in giornata. Anche in questo caso sull’auto c’era un uomo ad aspettarla.
V.Ca.