Sesso con una 13enne, resta in carcere

Sesso con una 13enne, resta in carcere
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BIELLA - Resta per ora in carcere l’operaio di 57 anni accusato di aver intrattenuto, per mesi, una relazione sentimentale con una ragazzina di appena 13 anni. Interrogato dal giudice per l’udienza preliminare, Claudio Passerini, ha ammesso le proprie responsabilità, sottolineando ancora una volta: «Non pensavo di fare nulla di male, ci vogliamo bene». L’accusa di cui dovrà rispondere è quella di abusi sessuali su una minorenne, aggravata dal fatto che la ragazzina in questione, all’inizio della relazione, aveva meno di 14 anni. E poco importa se la giovane fosse consenziente e innamorata: la legge parla chiaro, il sesso con gli adolescenti per gli adulti è vietato. Dalle forze dell’ordine giunge intanto l’appello ai genitori: «Non perdete mai di vista i vostri figli. Computer e telefonini posso essere utili, ma anche nascondere insidie pericolosissime». Le indagini, condotte dagli investigatori della sezione di Polizia Giudiziaria dei carabinieri, sono partite da una denuncia del padre della ragazzina. E’ stato proprio l’uomo a rivolgersi ai militari, preoccupato, dopo aver letto il testo iniziale di alcuni messaggi che la figlia inviava e riceveva con il telefonino.
Shama Ciocchetti
Leggi di più sull'Eco di Biella di lunedì 19 settembre 2106 

BIELLA - Resta per ora in carcere l’operaio di 57 anni accusato di aver intrattenuto, per mesi, una relazione sentimentale con una ragazzina di appena 13 anni. Interrogato dal giudice per l’udienza preliminare, Claudio Passerini, ha ammesso le proprie responsabilità, sottolineando ancora una volta: «Non pensavo di fare nulla di male, ci vogliamo bene». L’accusa di cui dovrà rispondere è quella di abusi sessuali su una minorenne, aggravata dal fatto che la ragazzina in questione, all’inizio della relazione, aveva meno di 14 anni. E poco importa se la giovane fosse consenziente e innamorata: la legge parla chiaro, il sesso con gli adolescenti per gli adulti è vietato. Dalle forze dell’ordine giunge intanto l’appello ai genitori: «Non perdete mai di vista i vostri figli. Computer e telefonini posso essere utili, ma anche nascondere insidie pericolosissime». Le indagini, condotte dagli investigatori della sezione di Polizia Giudiziaria dei carabinieri, sono partite da una denuncia del padre della ragazzina. E’ stato proprio l’uomo a rivolgersi ai militari, preoccupato, dopo aver letto il testo iniziale di alcuni messaggi che la figlia inviava e riceveva con il telefonino.
Shama Ciocchetti
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