"Serve un censimento dei cinghiali"
Mercoledì scorso, 17 febbraio, si è svolto un incontro tra il Presidente della Provincia di Biella, Emanuele Ramella Pralungo, e le associazioni ambientaliste/animaliste, che si sono confrontati sul tema delle problematiche legate alla presenza, considerata eccessiva, di numerosi cinghiali/porcastri sul territorio biellese. L'incontro è stato da tutti valutato positivamente. Due i punti principali che hanno trovato l’accordo tra le parti: - attualmente non si conosce il reale numero dei cinghiali/porcastri presenti, in quanto non è mai stato effettuato un censimento ufficiale e documentato (come invece previsto dal regolamento regionale); - la provincia si basa sulle segnalazioni che, di volta in volta, riceve per sinistri o per danneggiamenti a colture, attribuiti ai sopraccitati ungulati. Solitamente la Natura stessa frena l’istinto a riprodursi in modo eccessivo, qualora la crescita numerica di una specie animale riduca la possibilità di trovare sostentamento a sufficienza. Si potrebbe parlare di un’autoregolazione naturale della specie. E’ invece abbastanza chiaro come ciò non accada quando qualcuno inserisce, in modo non regolamentato, animali precedentemente allevati con il chiaro intento di averne un maggior numero presente sul territorio, sicuramente non sono le associazioni ambientaliste/animaliste ad operare in tale senso. I triennali piani di abbattimento risultano non essere mai stati una soluzione certa, definitiva e utile, in quanto non sono i pochi abbattimenti effettuati a diminuire il numero effettivo degli ungulati presenti sul territorio. Non esiste, inoltre, uno sportello al quale rivolgersi direttamente in caso di danni o incidenti direttamente legati all'attività venatoria (quali battute di caccia non opportunamente segnalate o altre spiacevoli situazioni che coinvolgono cittadini e animali), comunque segnalati alle associazioni scriventi e spesso riportare dai media locali. Le parti concordano sul fatto che la situazione abbia molteplici e delicati aspetti, tra cui la sicurezza dei cittadini, non solo inerentemente agli incidenti stradali. Testimonianze riguardo a fatti avvenuti nel biellese e statistiche nazionali riportano rischi per la vita umana, spesso direttamente correlati all’attività venatoria. In comune accordo tra le parti presenti si è quindi deciso di istituire un tavolo tecnico di confronto, al fine di valutare l'applicazione di altri sistemi che possano essere maggiormente funzionali, e meno cruenti, per il controllo della popolazione dei cinghiali. Le associazioni chiederanno inoltre l'accesso ai dati relativi a sinistri e danneggiamenti in possesso della Provincia, onde valutare la correlazione tra piani di abbattimento e incidenti.
Nella foto, la tabella relativa agli incidenti di caccia nel Biellese e in Piemonte.
Mercoledì scorso, 17 febbraio, si è svolto un incontro tra il Presidente della Provincia di Biella, Emanuele Ramella Pralungo, e le associazioni ambientaliste/animaliste, che si sono confrontati sul tema delle problematiche legate alla presenza, considerata eccessiva, di numerosi cinghiali/porcastri sul territorio biellese. L'incontro è stato da tutti valutato positivamente. Due i punti principali che hanno trovato l’accordo tra le parti: - attualmente non si conosce il reale numero dei cinghiali/porcastri presenti, in quanto non è mai stato effettuato un censimento ufficiale e documentato (come invece previsto dal regolamento regionale); - la provincia si basa sulle segnalazioni che, di volta in volta, riceve per sinistri o per danneggiamenti a colture, attribuiti ai sopraccitati ungulati. Solitamente la Natura stessa frena l’istinto a riprodursi in modo eccessivo, qualora la crescita numerica di una specie animale riduca la possibilità di trovare sostentamento a sufficienza. Si potrebbe parlare di un’autoregolazione naturale della specie. E’ invece abbastanza chiaro come ciò non accada quando qualcuno inserisce, in modo non regolamentato, animali precedentemente allevati con il chiaro intento di averne un maggior numero presente sul territorio, sicuramente non sono le associazioni ambientaliste/animaliste ad operare in tale senso. I triennali piani di abbattimento risultano non essere mai stati una soluzione certa, definitiva e utile, in quanto non sono i pochi abbattimenti effettuati a diminuire il numero effettivo degli ungulati presenti sul territorio. Non esiste, inoltre, uno sportello al quale rivolgersi direttamente in caso di danni o incidenti direttamente legati all'attività venatoria (quali battute di caccia non opportunamente segnalate o altre spiacevoli situazioni che coinvolgono cittadini e animali), comunque segnalati alle associazioni scriventi e spesso riportare dai media locali. Le parti concordano sul fatto che la situazione abbia molteplici e delicati aspetti, tra cui la sicurezza dei cittadini, non solo inerentemente agli incidenti stradali. Testimonianze riguardo a fatti avvenuti nel biellese e statistiche nazionali riportano rischi per la vita umana, spesso direttamente correlati all’attività venatoria. In comune accordo tra le parti presenti si è quindi deciso di istituire un tavolo tecnico di confronto, al fine di valutare l'applicazione di altri sistemi che possano essere maggiormente funzionali, e meno cruenti, per il controllo della popolazione dei cinghiali. Le associazioni chiederanno inoltre l'accesso ai dati relativi a sinistri e danneggiamenti in possesso della Provincia, onde valutare la correlazione tra piani di abbattimento e incidenti.
Nella foto, la tabella relativa agli incidenti di caccia nel Biellese e in Piemonte.