Sequestrati in un antiquariato oggetti in avorio e pellicce di leopardo
Sono stati denunciati i tre proprietari dei beni sequestrati e il responsabile dell’esercizio commerciale.
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Era già successo a Masserano un paio di mesi fa circa, quando in un'abitazione erano stati trovati zanne di elefante, pellicce e quant'altro... Giovedì scorso i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Biella hanno effettuato un altro intervento decisivo per contrastare il commercio illecito di specie protette. A seguito di una segnalazione sulla presunta vendita illegale di una statuina in avorio, i militari si sono recati in un mercatino dell’antiquariato situato in un comune del biellese, dove si riteneva fosse avvenuta la transazione illecita.
Sotto le immagini degli oggetti sequestrati
Sequestrati una statuetta in avorio e pellicce di leopardo
Al momento dell’ingresso nel negozio, i Carabinieri sono stati informati dal personale che la statuina in avorio era stata venduta il 4 febbraio. Tuttavia, i militari hanno ritenuto necessario estendere il controllo su altri possibili articoli sottoposti a tutela delle normative CITES (Convenzione sul Commercio Internazionale di Specie Minacciate di Estinzione). Dopo un'attenta ispezione dell'intero negozio, sono stati rinvenuti altri beni di rilevante interesse: una seconda statuina in avorio, una pelliccia di leopardo e un giubbotto con inserti di pelliccia di leopardo.
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Una violazione delle normative internazionali e comunitarie
Dopo aver verificato che questi articoli non fossero accompagnati dalla prevista documentazione CITES, i Carabinieri hanno proceduto al sequestro dei beni, portandoli presso gli uffici del Gruppo Carabinieri Forestale di Biella per la custodia. Il commercio di questi articoli, infatti, senza i dovuti certificati, costituisce una violazione delle normative internazionali e comunitarie.
Quattro denunciati: che cosa rischiano
Successivamente, sono stati identificati e denunciati alla Procura della Repubblica di Biella i tre proprietari dei beni sequestrati, insieme al responsabile dell’esercizio commerciale. I reati contestati riguardano la consegna, la cessione e l'esposizione a fini di lucro di esemplari o loro derivati protetti dalla CITES, senza la necessaria documentazione. Le pene previste per queste violazioni vanno dall'arresto da sei mesi a due anni e una multa che può variare da 15.000 a 150.000 euro.
La violazione della Convenzione di Washington: che cosa dice il trattato
I beni sono stati posti sotto sequestro, con finalità di confisca, in applicazione della Convenzione di Washington. Questo trattato internazionale, firmato nel 1973 e adottato da oltre 180 Paesi, ha come obiettivo la regolamentazione del commercio internazionale di flora e fauna a rischio di estinzione. La CITES cerca di bilanciare la conservazione della biodiversità con le esigenze economiche e culturali degli Stati membri, stabilendo un rigoroso sistema di permessi per il commercio di specie protette.