«Scalzi, feriti e rifugiati in una cantina»

«Scalzi, feriti e rifugiati in una cantina»
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Il collaboratore di Eco di Biella Fabio Giacchetto ha vissuto in prima persona i fatti di piazza San Carlo, a Torino, sabato sera, quando 30mila persone assistevano, davanti al maxischermo, alla finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Quella che segue, è la sua testimonianza sull’accaduto.

TORINO - È successo tutto all’improvviso. Sono da poco passate le dieci e una cupola di silenzio e amarezza ricopre la piazza. Cristiano Ronaldo ha appena segnato il terzo gol per il Real Madrid (partita finita poi 4 a 1 in favore degli spagnoli ndr) e gli oltre trentamila tifosi juventini sono pronti a dire di nuovo addio al sogno Champions. 
Poi, all’improvviso, è un rimbombo di urla e strepiti. Dal lato dove eravamo situati, quello del corridoio della chiesa di Santa Cristina, è nato apparentemente dal nulla uno tsunami umano che repentinamente ha iniziato a travolgere la calca e a dirigersi rapido verso il centro della piazza. «Bomba! sparano!» si sente gridare dalla folla. In quei momenti infiniti nella mente riaffiorano nitide le immagini di Nizza, Berlino, Parigi e Londra. È il panico. L’impatto con l’onda umana è deciso e rischio di cadere, fortunatamente il mio amico Cristiano, appena dietro di me, con prontezza di riflessi, riesce a prendermi al volo e a evitare il peggio. 
È il fuggi fuggi generale. Guidati dall’istinto di sopravvivenza cerchiamo una via di fuga verso piazza Castello ma la folla procede come una mandria di tori  e mi scaraventa al suolo. Da terra vedo persone che incespicano nel tentativo di scavalcarmi, altri mi franano addosso. Riesco a divincolarmi dalla morsa con uno scatto  ma, per farlo, perdo le scarpe. Da quel momento ricomincia la mia corsa. Disorientato, terrorizzato e dopo aver perso il mio gruppo, mi dirigo a grandi falcate verso via Roma correndo scalzo su un tappeto di cocci e vetri infranti. 
Fabio Giacchetto 

Leggi tutta la testimonianza sull'Eco di Biella di lunedì 5 giugno 2017 

Il collaboratore di Eco di Biella Fabio Giacchetto ha vissuto in prima persona i fatti di piazza San Carlo, a Torino, sabato sera, quando 30mila persone assistevano, davanti al maxischermo, alla finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Quella che segue, è la sua testimonianza sull’accaduto.

TORINO - È successo tutto all’improvviso. Sono da poco passate le dieci e una cupola di silenzio e amarezza ricopre la piazza. Cristiano Ronaldo ha appena segnato il terzo gol per il Real Madrid (partita finita poi 4 a 1 in favore degli spagnoli ndr) e gli oltre trentamila tifosi juventini sono pronti a dire di nuovo addio al sogno Champions. 
Poi, all’improvviso, è un rimbombo di urla e strepiti. Dal lato dove eravamo situati, quello del corridoio della chiesa di Santa Cristina, è nato apparentemente dal nulla uno tsunami umano che repentinamente ha iniziato a travolgere la calca e a dirigersi rapido verso il centro della piazza. «Bomba! sparano!» si sente gridare dalla folla. In quei momenti infiniti nella mente riaffiorano nitide le immagini di Nizza, Berlino, Parigi e Londra. È il panico. L’impatto con l’onda umana è deciso e rischio di cadere, fortunatamente il mio amico Cristiano, appena dietro di me, con prontezza di riflessi, riesce a prendermi al volo e a evitare il peggio. 
È il fuggi fuggi generale. Guidati dall’istinto di sopravvivenza cerchiamo una via di fuga verso piazza Castello ma la folla procede come una mandria di tori  e mi scaraventa al suolo. Da terra vedo persone che incespicano nel tentativo di scavalcarmi, altri mi franano addosso. Riesco a divincolarmi dalla morsa con uno scatto  ma, per farlo, perdo le scarpe. Da quel momento ricomincia la mia corsa. Disorientato, terrorizzato e dopo aver perso il mio gruppo, mi dirigo a grandi falcate verso via Roma correndo scalzo su un tappeto di cocci e vetri infranti. 
Fabio Giacchetto 

Leggi tutta la testimonianza sull'Eco di Biella di lunedì 5 giugno 2017 

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