Ruppe il setto nasale alla compagna

Ruppe il setto nasale alla compagna
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BIELLA - E’ sfociato in tribunale dopo anni, il caso della donna che nel corso di una convivenza a dir poco burrascosa era finita ben sette volte al Pronto soccorso (una delle quali per la frattura del setto nasale), senza contare insulti e continui maltrattamenti che hanno trasformato una vita in un inferno.

Accusato di maltrattamenti in famiglia, Lucio Damo, 53 anni, di Biella, è stato condannato dal giudice, Paola Rava, a un anno e due mesi di reclusione. All’imputato è stata concessa la sospensione condizionale della pena a patto che risarcisca i danni in favore dell’ex compagna (liquidati in 5.000 euro) e altrettanto paghi le sue spese processuali (altri 1.100 euro).

I fatti sono ormai datati nel tempo considerato che risalgono al periodo compreso tra il 2006 e il 2009. Secondo il capo d’accusa, nel corso di continue discussioni per motivi legati a questioni di soldi, l’imputato avrebbe apostrofato la convivente con pesanti insulti. A volte le avrebbe tirato i capelli e in più occasioni l’avrebbe picchiata in modo pesante  facendola finire più volte in ospedale per farsi medicare le ferite.

In un’occasione - il 21 marzo 2007 - la donna aveva persino riportato la frattura del naso. La prognosi era stata di molti giorni. Il giudice si è preso sessanta giorni di tempo per depositare in cancelleria le motivazioni della sentenza. L’imputato era difeso dall’avvocato Davide Scarpa di Vercelli. La donna parte offesa era invece rappresentata dall’avvocato Sergio Gronda di Biella.

V.Ca.

BIELLA - E’ sfociato in tribunale dopo anni, il caso della donna che nel corso di una convivenza a dir poco burrascosa era finita ben sette volte al Pronto soccorso (una delle quali per la frattura del setto nasale), senza contare insulti e continui maltrattamenti che hanno trasformato una vita in un inferno.

Accusato di maltrattamenti in famiglia, Lucio Damo, 53 anni, di Biella, è stato condannato dal giudice, Paola Rava, a un anno e due mesi di reclusione. All’imputato è stata concessa la sospensione condizionale della pena a patto che risarcisca i danni in favore dell’ex compagna (liquidati in 5.000 euro) e altrettanto paghi le sue spese processuali (altri 1.100 euro).

I fatti sono ormai datati nel tempo considerato che risalgono al periodo compreso tra il 2006 e il 2009. Secondo il capo d’accusa, nel corso di continue discussioni per motivi legati a questioni di soldi, l’imputato avrebbe apostrofato la convivente con pesanti insulti. A volte le avrebbe tirato i capelli e in più occasioni l’avrebbe picchiata in modo pesante  facendola finire più volte in ospedale per farsi medicare le ferite.

In un’occasione - il 21 marzo 2007 - la donna aveva persino riportato la frattura del naso. La prognosi era stata di molti giorni. Il giudice si è preso sessanta giorni di tempo per depositare in cancelleria le motivazioni della sentenza. L’imputato era difeso dall’avvocato Davide Scarpa di Vercelli. La donna parte offesa era invece rappresentata dall’avvocato Sergio Gronda di Biella.

V.Ca.

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