Ruota dell'abbondanza porta guai

Ruota dell'abbondanza porta guai
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Nel giro di pochi mesi il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Biella ha concluso le indagini relative alla “ruota dell'abbondanza” denunciando 9 persone per truffa, favoreggiamento personale e per violazione della legge 173/2005 (norma che ha vietato la promozione di catene o forme di vendita piramidali con pene da € 100.000 a € 600.000). Dieci soggetti sono stati inoltre verbalizzati poer violazione della normativa antiriciclaggio.

Come ormai noto, i partecipanti si riunivano quando in casa di privati, quando presso studi di insospettabili professionisti, promuovendo la vendita di quote della “catena” a persone in buona fede attratte da facili, consistenti e veloci guadagni. Peccato, però, che il provento di tale gioco, dal 2005, è illecito.

Nel corso delle perquisizioni condotte presso le private abitazioni e gli studi professionali dei soggetti coinvolti, è stata sequestrata una vera e propria “contabilità” con tanto di nickname, date di effettuazione dei pagamenti e numero di cellulare dei “donanti”, che ha permesso ai finanzieri di risalire a buona parte dei partecipanti alla ruota biellese.

Una volta escusse in atti dalle fiamme gialle di via Addis Abeba, molte persone hanno collaborato alle indagini, ammettendo di aver corrisposto soldi per l’acquisto delle caselle e facendo nomi e cognomi dei promotori. Per 4 “irriducibili”, invece, che hanno continuato a negare persino l’evidenza, alla luce delle convergenze probatorie emerse dalle indagini, si è proceduto al deferimento alla locale Procura della Repubblica per il reato di favoreggiamento personale.

A conclusione si evidenzia che sono stati, altresì, elevati verbali di contestazione alla normativa antiriciclaggio sull’utilizzo di denaro contante comminando sanzioni amministrative complessive, nel minimo, per € 54.000,00.

Attesa la diffusione a macchia d’olio del fenomeno - le attività svolte hanno infatti svelato l’esistenza di più catene che “ruotavano” tra Milano, Torino ed il Biellese - le indagini potrebbero svilupparsi, per competenza territoriale, anche nei due capoluoghi regionali.

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