Rosticceria con lavoratori in nero

Rosticceria con lavoratori in nero
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Il titolare di una rosticceria del centro di Biella è finito nei guai per aver fatto lavorare in nero due persone e per evasione fiscale. Nell’ambito delle attività tese a contrastare il fenomeno del lavoro nero e del conseguente sfruttamento di mano d’opera non in regola, militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Biella, a seguito d’intensa attività info-investigativa, hanno nei giorni scorsi effettuato un intervento nella rosticceria da asporto gestita da un cinese.

«L’ispezione - spiegano dal comando della Finanza -, tesa soprattutto a verificare il corretto assolvimento da parte dell’impresa delle norme in materia di lavoro e previdenziale, ha permesso di appurare l’impiego da parte del titolare della ditta di 2 lavoratori “in nero”, privi cioè di tutela retributiva, contributiva ed assicurativa. Oltre a disattendere gli obblighi in materia di lavoro, il contribuente aveva ideato anche un sistema teso all’evasione delle imposte, attraverso un ingegnoso espediente di non facile individuazione".
In buona sostanza, i lavoratori abusivamente impiegati in attività di consegna a domicilio venivano dotati, prima dell’uscita dal locale, di un biglietto manoscritto recante l’importo esatto che avrebbero dovuto incassare dal cliente al momento della consegna dei prodotti di rosticceria, nonché di uno scontrino fiscale, per importo inferiore al reale, da esibire solo in caso di controllo da parte della Guardia di Finanza.
Il comportamento omissivo, rispetto alla normativa lavoristica, ha reso applicabile la "maxi sanzione" prevista dall'apposita legge del 2010 per un importo superiore ad 6.000 euro, in quanto il  titolare della ditta aveva omesso le prescritte comunicazioni al competente centro dell'impiego. L’atteggiamento irregolare dell’esercente verrà, inoltre, valutato anche sotto il profilo fiscale al fine di individuare materia imponibile sottratta all’erario.

Nell’ambito delle attività tese a contrastare gli odiosi fenomeni del lavoro nero e del conseguente sfruttamento di mano d’opera non in regola, militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Biella, a seguito d’intensa attività info-investigativa, hanno nei giorni scorsi effettuato un intervento presso un locale commerciale, ubicato nel centro della città capoluogo, ove è esercitata l’attività di rosticceria da asporto, sotto la gestione di persone di etnia Cinese.

L’ispezione, tesa soprattutto a verificare il corretto assolvimento da parte dell’impresa delle norme in materia di lavoro e previdenziale, ha permesso di appurare l’impiego da parte del titolare della ditta di 2 lavoratori “in nero”, privi cioè di tutela retributiva, contributiva ed assicurativa.

Oltre a disattendere gli obblighi in materia di lavoro, il contribuente aveva ideato anche un sistema teso all’evasione delle imposte, attraverso un ingegnoso espediente di non facile individuazione.

In buona sostanza, i lavoratori abusivamente impiegati in attività di consegna a domicilio venivano dotati, prima dell’uscita dal locale, di un biglietto manoscritto recante l’importo esatto che avrebbero dovuto incassare dal cliente al momento della consegna dei prodotti di rosticceria, nonché di uno scontrino fiscale, per importo inferiore al reale, da esibire solo in caso di controllo da parte della Guardia di Finanza.

Il comportamento omissivo, rispetto alla normativa lavoristica, ha reso applicabile la "maxi sanzione" prevista dall'art.4, della legge 183/2010, per un importo superiore ad € 6000 (seimila), proprio in quanto il titolare della ditta aveva omesso le prescritte comunicazioni al competente centro dell'impiego.

L’atteggiamento irregolare dell’esercente verrà, inoltre, valutato anche sotto il profilo fiscale al fine di individuare materia imponibile sottratta all’erario.

 

Nell’ambito delle attività tese a contrastare gli odiosi fenomeni del lavoro nero e del conseguente sfruttamento di mano d’opera non in regola, militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Biella, a seguito d’intensa attività info-investigativa, hanno nei giorni scorsi effettuato un intervento presso un locale commerciale, ubicato nel centro della città capoluogo, ove è esercitata l’attività di rosticceria da asporto, sotto la gestione di persone di etnia Cinese.

L’ispezione, tesa soprattutto a verificare il corretto assolvimento da parte dell’impresa delle norme in materia di lavoro e previdenziale, ha permesso di appurare l’impiego da parte del titolare della ditta di 2 lavoratori “in nero”, privi cioè di tutela retributiva, contributiva ed assicurativa.

Oltre a disattendere gli obblighi in materia di lavoro, il contribuente aveva ideato anche un sistema teso all’evasione delle imposte, attraverso un ingegnoso espediente di non facile individuazione.

In buona sostanza, i lavoratori abusivamente impiegati in attività di consegna a domicilio venivano dotati, prima dell’uscita dal locale, di un biglietto manoscritto recante l’importo esatto che avrebbero dovuto incassare dal cliente al momento della consegna dei prodotti di rosticceria, nonché di uno scontrino fiscale, per importo inferiore al reale, da esibire solo in caso di controllo da parte della Guardia di Finanza.

Il comportamento omissivo, rispetto alla normativa lavoristica, ha reso applicabile la "maxi sanzione" prevista dall'art.4, della legge 183/2010, per un importo superiore ad € 6000 (seimila), proprio in quanto il titolare della ditta aveva omesso le prescritte comunicazioni al competente centro dell'impiego.

L’atteggiamento irregolare dell’esercente verrà, inoltre, valutato anche sotto il profilo fiscale al fine di individuare materia imponibile sottratta all’erario.

 

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