spazzatura e veleni

Rossetto e Zani annunciano querele dopo la denuncia del consigliere comunale Tartaglino

Un dipendente dell'azienda e consigliere a Candelo ha presentato una denuncia ai carabinieri dopo la promozione interna di due dipendenti di Seab. L'attacco a Eco di Biella

Rossetto e Zani annunciano querele dopo la denuncia del consigliere comunale Tartaglino
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Dopo la notizia della denuncia ai carabinieri di un dipendente di Seab, Nicola Tartaglino, consigliere comunale di Candelo, che attacca i vertici della società (in particolare il presidente Luca Rossetto e l'ex membro del cda Luca Zani) - di cui scrive oggi Eco di Biella - arriva la replica dei due amministratori tirati in ballo. Che attaccano anche il giornale che ha riportato la notizia.

L'annuncio di querela per calunnia e diffamazione

La lunga lettera di Rossetto e Zani, che difendono il loro operato rispetto alle accuse contenute nella denuncia presentata ai carabinieri dal dipendente e amministratore pubblico, si chiude con l'annuncio di una querela per calunnia e diffamazione nei confronti "dei soggetti che si sono resi responsabili di tali illeciti" vale a  dire il Tartaglino e si presume i giornalisti e il giornale che ha riportato la notizia della sua denuncia. Un fatto indubbiamente singolare, tenuto conto che il giornale ha riportato solo i fatti denunciati da un amministratore pubblico, ma che si spiega con un passaggio della lettera: "Anche al fine di porre termine allo stillicidio di notizie negative su Seab e sull'operato del suo Cda".

La lettera di chiarimenti di Rossetto e Zani

"Allorquando si è insediato il nuovo cda nel mese di luglio 2020 - scrivono Rossetto e Zani - ci siamo trovati di fronte alla nomina temporanea di due capisquadra, dei quali uno il Tartaglino stesso, avente efficacia fino al 30 settembre 2020, che era stata disposta dal precedente presidente pro tempore".

Tartaglino - come riporta Eco di Biella, sulla base della sua denuncia - contesta oltre al suo allontanamento, l'affidamento degli incarici di coordinatori della raccolta rifiuti a Biella e in Provincia da parte di SEAB, ad altri due dipendenti, ipotizzando - nella sua denuncia - che la scelta sia maturata in quanto i due sarebbero vicini a Fratelli d'Italia e non avessero i requisiti, avendo solo la terza media.

"Poiché un certo numero di altri dipendenti, con lettera sottoscritta e inoltrata alla società il 20 luglio 2020, avevano lamentato l'arbitrarietà dei criteri di nomina, non essendo stati esplicitati in alcun modo, e avendo gli stessi legittimamente manifestato interesse a rivestire il medesimo ruolo di caposquadra, il Cda ha ritenuto nell'ottica degli ineludibili principi di trasparenza e imparzialità che devono sovraintendere all'operato degli amministratori di una società a partecipazione pubblica, di avviare una selezione interna, raccogliendone preventivamente la disponibilità dei candidati entro un termine prefissato e affidando l'incarico di valutare la loro idoneità a una società esterna specializzata, che abitualmente effettua servizi di selezione del personale specificamente per la Pubblica amministrazione"

L'incarico ad assegnazione diretta del Cda

"E ciò - precisano Rossetto e Zani -  nonostante il regolamento interno di Seab preveda che la copertura di posizioni lavorative qual è quella in questione, con assegnazione interna di personale dipendente, sia di competenza diretta del Cda, senza che sia applicabile, essendo fattispecie diversa, il ridetto regolamento di assunzione per espressa deroga che ne viene fatta".

Graduatoria stilata da società esterna

"All'esito della selezione - prosegue la nota - consistita in una prova scritta e in una orale, alla quale ultima avevano accesso solo coloro che avevano superato la prima delle due, si è proceduto alla nomina dei capisquadra conformemente alla graduatoria stilata appunto dalla società esterna, che vedeva al primo posto il signor Dani e al secondo posto il signor Benedetti (e non il signor Condelli, terzo classificato).

Tartaglino aveva già presentato un esposto

"Per tali fatti il signor Tartaglino, come si è appreso dalle notizie di cronaca aveva già presentato un esposto alla procura della Repubblica di Biella, evidentemente senza ricevere soddisfazione  al punto da ritenere,  con una rara e singolare pervicacia, di dover presentare addirittura una querela nei nostri confronti e di darne pubblica notizia agli organi di stampa".

"Nostra totale serenità"

"Nel ribadire la nostra totale serenità di fronte alle infondate e infamanti accuse che ci sono state rivolte - aggiungono Rossetto e Zani - è oltremodo chiaro che la chiave di lettura dei fatti, fornita in modo del tutto parziale e travisata dal Tartaglino, sia il frutto di un grave superficialità e approssimazione circa l'operato del Cda, con il malcelato intento di insinuare il dubbio su inesistenti irregolarità di una selezione svolta da professionisti del settore anziché sulla sua nomina temporanea e squisitamente discrezionale"

"Non si capisce quindi di cosa si dolga il Tartaglino se non di una procedura trasparente, affidata a un ente terzo a fronte di lamentele ricevute da altri dipendenti a proposito di altre decisioni che lo avevano soddisfatto. Legalità, trasparenza, terzietà, merito sono le uniche stelle polari che hanno indirizzato il nostro operato in spregio a qualsivoglia rendita di posizione pregressa"

"Nessuna logica nepotistica nel  nostro operato"

"Ciò che il Cda ha fortemente  voluto e imposto in questi due anni - si legge ancora - è stata infatti una gestione aziendale incisiva e trasparente svincolata da qualsivoglia logica nepotistica, che non avrebbe mi potuto trovare terreno fertile nel nostro operato".

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