«Rischiamo la chiusura, fate qualcosa»

«Rischiamo la chiusura, fate qualcosa»
Pubblicato:
Aggiornato:

BIELLA - Il Palazzo di giustizia rischia la chiusura per sfinimento. Stavolta i lavoratori del tribunale promettono battaglia dura con «rivendicazioni anche eclatanti - si riporta in un comunicato - al fine di attirare l’attenzione degli organi deputati alla soluzione dell’annosa situazione affinché attivino le misure necessarie...».

Nello stesso comunicato, non mancano le tirate d’orecchie ai nostri politici dei piani alti: «Al fine di amplificare la cassa di risonanza relativa alla situazione degli uffici e per aumentare l’impegno alla soluzione del problema - riporta lo stesso comunicato  a firma della sigla sindacale Confsal Sag-Unsa -, nei giorni scorsi sono state recapitate delle lettere per informare i politici del territorio del latente pericolo di una chiusura della struttura giudiziaria. Ad oggi, l’unico gesto di solidarietà e vicinanza è stato fatto da Andrea Delmastro, nella veste di consigliere e capogruppo di minoranza in Consiglio comunale...». 

Per la questione organici, il tribunale pare un secchio bucato: quando da una parte arrivano impiegati nuovi, dall’altra ne escono il triplo. Entro la fine dell’anno, la situazione negli uffici giudiziari toccherà i minimi storici. Rispetto alla pianta organica, si lamenta una carenza di personale che sforerà ben presto il 40 per cento. Il malumore e l’insoddisfazione di chi in quegli uffici ci lavora, è palese. Nei prossimi mesi sono destinate ad andarsene cinque impiegate giudiziali, tutte di alto livello non solo come grado ma soprattutto come capacità, per le quali - conferma il comunicato - «non è stato previsto il ricambio».

L’intenzione è quella di alzare le barricate organizzando al più presto una forma di protesta e, nel contempo, chiedere conferma e certezze sull’arrivo di personale a sostituire i vuoti nell’organico che tra poco verranno a crearsi e che, per capacità di chi è sul piede di partenza, appaiono voragini.

Valter Caneparo

BIELLA - Il Palazzo di giustizia rischia la chiusura per sfinimento. Stavolta i lavoratori del tribunale promettono battaglia dura con «rivendicazioni anche eclatanti - si riporta in un comunicato - al fine di attirare l’attenzione degli organi deputati alla soluzione dell’annosa situazione affinché attivino le misure necessarie...».

Nello stesso comunicato, non mancano le tirate d’orecchie ai nostri politici dei piani alti: «Al fine di amplificare la cassa di risonanza relativa alla situazione degli uffici e per aumentare l’impegno alla soluzione del problema - riporta lo stesso comunicato  a firma della sigla sindacale Confsal Sag-Unsa -, nei giorni scorsi sono state recapitate delle lettere per informare i politici del territorio del latente pericolo di una chiusura della struttura giudiziaria. Ad oggi, l’unico gesto di solidarietà e vicinanza è stato fatto da Andrea Delmastro, nella veste di consigliere e capogruppo di minoranza in Consiglio comunale...». 

Per la questione organici, il tribunale pare un secchio bucato: quando da una parte arrivano impiegati nuovi, dall’altra ne escono il triplo. Entro la fine dell’anno, la situazione negli uffici giudiziari toccherà i minimi storici. Rispetto alla pianta organica, si lamenta una carenza di personale che sforerà ben presto il 40 per cento. Il malumore e l’insoddisfazione di chi in quegli uffici ci lavora, è palese. Nei prossimi mesi sono destinate ad andarsene cinque impiegate giudiziali, tutte di alto livello non solo come grado ma soprattutto come capacità, per le quali - conferma il comunicato - «non è stato previsto il ricambio».

L’intenzione è quella di alzare le barricate organizzando al più presto una forma di protesta e, nel contempo, chiedere conferma e certezze sull’arrivo di personale a sostituire i vuoti nell’organico che tra poco verranno a crearsi e che, per capacità di chi è sul piede di partenza, appaiono voragini.

Valter Caneparo

 

Seguici sui nostri canali