Rifugi, la primavera è da "asporto"
Al “La Ciota, al “Monte Barone” e al “Moglietti” ha preso il via la stagione

Rifugi, la primavera è da "asporto".
Fase 2 con il take away in quota
Per i rifugi è una primavera in “take away”. Con la “Fase 2”, che ha preso il via lunedì della scorsa settimana, gli appassionati di montagna sono potuti tornare a godere delle bellezze della natura e di una buona boccata d’aria fresca. E a Coggiola i rifugi si sono già mossi per poter fornire ai propri clienti un servizio adeguato e rispettoso della situazione attuale.
Succede al “La Ciota”, rifugio alpino al Monte Barone a poco meno di mille metri d’altitudine, che – partendo da regione Rivò - si raggiunge con una camminata di circa 40 minuti, percorrendo il sentiero G1. “La Ciota” in passato è stata la vecchia casa del Corpo Forestale dello Stato. Uno stabile suggestivo, per anni chiuso al pubblico e mai veramente utilizzato per gli scopi di presidio, fino a quando Alessandro Trombini, poco più che 40 enne, non ha deciso di farne un punto di aggregazione, dove degustare buon cibo del territorio, bevande calde e dolci fatti in casa. Dopo la chiusura invernale e alla luce dell’allentamento delle misure di Contenimento del Covid-19, durante il weekend appena trascorso, Trombini ha deciso di riaprire, per la gioia dei propri clienti. «Abbiamo proposto piatti della tradizione piemontese – racconta – tra i quali polenta concia, polenta e cinghiale, dolci. Li abbiamo serviti tutti rigorosamente in modalità “take away”, su dei vassoi. I clienti hanno preso il vassoio, consumato il proprio pasto nel prato, evitando assembramenti, e poi ci hanno restituito il vassoio, che abbiamo provveduto a disinfettare meticolosamente».
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