Rifiutò l’intervento, medico legale nei guai

Si era rifiutata di incamminarsi di notte in un bosco di Castelletto Cervo, il 31 ottobre dell’anno scorso, per riscontrare le cause della morte di un pensionato scomparso dopo che era uscito di casa per cercare funghi e trovato senza vita. Una decisione presa nonostante la richiesta telefonica del maresciallo di Mottalciata, competente delle indagini, nonché del magistrato di turno, il sostituto procuratore Elisa Calanducci. Accusato di omissione di atti d’ufficio in qualità di pubblico ufficiale, si è trovato un medico legale di Biella, Candelora Di Donato, 62 anni (difesa dall’avvocato Carlo Boggio Marzet), che mercoledì mattina è stata rinviata a giudizio dal giudice, Claudio Passerini, per l’udienza del 15 marzo del prossimo anno. Secondo il capo d’accusa, l’imputata avrebbe giustificato il suo rifiuto ad inoltrarsi nel bosco in quanto non avrebbe «operato in condizioni di sicurezza», «che non era necessario che lei prendesse visione dei luoghi in cui era stato ritrovato il cadavere perché non era una circostanza rilevante» e che «non riteneva opportuno intervenire sul posto vista l’asperità del territorio essendo stato rinvenuto il cadavere in zona boschiva».
Stando alla tesi difensiva, la morte del pensionato - sopraggiunta per infarto e quindi per cause naturali - era già stata riscontrata dal medico del “118” e non era quindi più necessario un ulteriore parere dell’imputata la quale, peraltro, si era resa disponibile ad occuparsi del cadavere già il mattino successivo in obitorio. Il medico non avrebbe ravvisato la necessità, di recarsi in loco, a quell’ora, anche per ragioni di sicurezza.
Valter Caneparo
Si era rifiutata di incamminarsi di notte in un bosco di Castelletto Cervo, il 31 ottobre dell’anno scorso, per riscontrare le cause della morte di un pensionato scomparso dopo che era uscito di casa per cercare funghi e trovato senza vita. Una decisione presa nonostante la richiesta telefonica del maresciallo di Mottalciata, competente delle indagini, nonché del magistrato di turno, il sostituto procuratore Elisa Calanducci. Accusato di omissione di atti d’ufficio in qualità di pubblico ufficiale, si è trovato un medico legale di Biella, Candelora Di Donato, 62 anni (difesa dall’avvocato Carlo Boggio Marzet), che mercoledì mattina è stata rinviata a giudizio dal giudice, Claudio Passerini, per l’udienza del 15 marzo del prossimo anno. Secondo il capo d’accusa, l’imputata avrebbe giustificato il suo rifiuto ad inoltrarsi nel bosco in quanto non avrebbe «operato in condizioni di sicurezza», «che non era necessario che lei prendesse visione dei luoghi in cui era stato ritrovato il cadavere perché non era una circostanza rilevante» e che «non riteneva opportuno intervenire sul posto vista l’asperità del territorio essendo stato rinvenuto il cadavere in zona boschiva».
Stando alla tesi difensiva, la morte del pensionato - sopraggiunta per infarto e quindi per cause naturali - era già stata riscontrata dal medico del “118” e non era quindi più necessario un ulteriore parere dell’imputata la quale, peraltro, si era resa disponibile ad occuparsi del cadavere già il mattino successivo in obitorio. Il medico non avrebbe ravvisato la necessità, di recarsi in loco, a quell’ora, anche per ragioni di sicurezza.
Valter Caneparo