Richiedenti asilo, riprendono gli interventi di volontariato

Il coinvolgimento dei migranti dopo i progetti delle panchine rosse.

Richiedenti asilo, riprendono gli interventi di volontariato
Pubblicato:
Aggiornato:

Richiedenti asilo, con l'arrivo della primavera riecco gli interventi di volontariato. Sul territorio del Comune di Biella.

Richiedenti asilo, ecco il programma

Con il ritorno del bel tempo è pronto a riprendere il lavoro volontario dei richiedenti asilo ospiti in città. Che già nei mesi passati, nel quadro del protocollo d'intesa firmato da Prefettura, Comuni e associazioni che si occupano dell'accoglienza, ha visto impegnati numerosi migranti. Soprattutto nei giardini pubblici e nei cimiteri di Biella. I gruppi al lavoro sono seguiti dalla cooperativa Anteo e da VersoProbo, coordinati dall'ufficio tecnico comunale. E da Valeria Varnero e Francesca Salivotti, assessori a parchi e giardini e a servizi sociali.

Dove sono già stati concentrati i primi interventi

Nei mesi scorsi gli interventi hanno riguardato i giardini pubblici della città con la pulizia dei vialetti e delle aiuole. E il restauro e ritinteggiatura delle panchine e si sono svolti pressoché su tutte le aree verdi della città. Da piazza Curiel alla zona intorno alla stazione San Paolo. In alcuni casi si sono aperte collaborazioni con le associazioni di quartiere. E' stata l'associazione genitori San Paolo-Masarone a comprare materiale e vernici con cui i volontari hanno risistemato la staccionata attorno al laghetto del giardino Dalla Chiesa di via Friuli. E anche per questo hanno partecipato alla festa di inaugurazione della vicina area giochi. A settembre 2017 una squadra della cooperativa Anteo si era concentrata sui giardini Zumaglini, intorno al monumento che commemora l'assassinio del vicequestore Francesco Cusano. Il tutto per far trovare l'area in perfetto ordine in occasione della visita del capo della Polizia Franco Gabrielli.

Le panchine rosse

«Ma il progetto che più ha fatto sentire coinvolti i richiedenti asilo» racconta Marco Crosa di Anteo «è stato quello attorno alle “panchine rosse”. I ragazzi hanno contribuito alla realizzazione e all'installazione di questi simboli contro la violenza sulle donne. Il fatto che il loro lavoro servisse a lanciare un messaggio forte ha dato un senso maggiore al loro impegno». Un impegno che serve anche a superare barriere e diffidenza. «Nell'autunno dell'anno scorso il nostro gruppo si è occupato dei cimiteri urbano e di Chiavazza» racconta Roberto Rosas di VersoProbo. «È stato bello vederli al lavoro, loro per la maggior parte di religione islamica, in un luogo che si stava preparando a una festa cattolica come il 1 novembre». Ma sono state le reazioni positive dei cittadini a dare più coraggio ai richiedenti asilo: «Mai un fastidio, mai una protesta» dice Rosas. «E c'è stato chi si è fermato, specie persone anziane, per fare due chiacchiere con un sorriso». «Nel nostro caso» aggiunge Crosa «c'è stato anche un passante che ha portato i ragazzi al bar e ha offerto un caffè a tutti».

Politiche di inserimento

«Questi episodi» commenta Francesca Salivotti «dimostrano che una delle funzioni di questa iniziativa sta raggiungendo l'obiettivo. Quando i richiedenti asilo collaborano con un'associazione del quartiere per migliorare la città e trovano i riscontri positivi immediati dei cittadini stessi, non c'è miglior esempio di integrazione». «Per questo non smettiamo di sostenere questo progetto» aggiunge Valeria Varnero, «certi di fare il bene della collettività ma anche delle persone che il nostro territorio si trova a ospitare». Chi partecipa alle attività volontarie ottiene un attestato che fa fede anche di fronte ai giudici che devono decidere sulle domande di protezione internazionale. «Nel nostro caso» sottolinea Roberto Rosas «abbiamo iniziato un percorso che ci ha portato ad assumere con regolare contratto sette dei nostri ex ospiti. Il requisito fondamentale è stato la conoscenza della lingua italiana».

Seguici sui nostri canali