Riapre il bar "Le tre A" di viale Macallé. Mentre il padre replica all'ex dipendente che gli ha ucciso il figlio
Maiolo: "Vi è un fatto oggettivo: mio figlio Andrea è stato ucciso e nessuno potrà riportamelo in vita".
Dopo la tragedia, mentre dal carcere Gregory Gucchio, 22 anni, di Cossato, continua a professare che non era sua intenzione uccidere Andrea Maiolo, 29 anni, in viale Macallé, proprio di fronte all’ingresso dello stadio, ha riaperto i battenti da mercoledì il bar pasticceria “Le tre A”, il rinomato locale dove una domenica di fine agosto si è consumato il delitto. In tanti hanno ricominciato a frequentare il locale in segno di solidarietà con il padre e la sorella della vittima, Antonio e Alessia. In tanti riprenderanno ad andarci e a consentire a questa famiglia se non di dimenticare quantomeno di riprendere a vivere.
Fatto oggettivo: Andrea è stato ucciso
Le dichiarazioni. Nel frattempo, Antonio Maiolo ha voluto rivolgersi a un legale, avvocato Francesco Alosi, in seguito alle dichiarazioni dal carcere del suo ex dipendente, rilanciate dai suoi legali, avvocato Cristian Conz ed Eden Veronese. Le dichiarazioni del ragazzo non gi hanno fatto piacere. «Ho letto quanto hanno fatto pubblicare gli avvocati di Gregory Gucchio – scrive - e, mio malgrado, mi tocca prendere posizione. Ho sempre ritenuto che gli unici luoghi dove svolgere i processi siano i tribunali e non i giornali. Vi è un’indagine in corso della Procura della Repubblica svolta da magistrati molto competenti e validi e solo nelle aule giudiziarie si accerterà se la morte di mio figlio è stata causata volontariamente o meno».
Maiolo spiega di avere «piena fiducia nella giustizia», ma ci tiene anche a puntualizzare che «vi è un fatto oggettivo: mio figlio Andrea è stato ucciso e nessuno potrà riportamelo in vita. Vi è anche un altro fatto oggettivo: mio figlio Andrea è stato ucciso da Gregory Gucchio...».