Rapinavano le escort
Cinque rapine ai danni di altrettante escort brasiliane di lusso attive a Milano, una delle quali violentata da un bandito. Queste le accuse per una banda di romeni composta da un pregiudicato di 26 anni (autore dello stupro), una escort di 22 anni, e dal fratello di quest’ultima, 25 anni, già noto alla giustizia. Dalle indagini condotte dai carabinieri di Milano, compagnia “Duomo”, emerge che tutto è cominciato a Biella con l’arresto della ragazza, Mihaela Iliuta, giovane escort che conosceva bene il giro delle accompagnatrici d’alto borgo della metropoli lombarda nonché capo del gruppo. Il pregiudicato è stato arrestato a Parigi grazie all’Interpol, il fratello della ragazza è invece ancora latitante ed è ricercato anche all’estero.
Sarebbe stata proprio la ragazza a indicare ai complici le vittime che venivano contattate telefonicamente nel pomeriggio e poi aggredite e rapinate alla sera. In tutti e cinque gli episodi registrati dai carabinieri, i rumeni hanno picchiato le escort brasiliane. In un solo caso c’è stata una violenza sessuale ai danni di una brasiliana di 30 anni.
Le vittime sono quattro ragazze e un transessuale, tutti di età compresa tra i 20 e i 30 anni e tutti iscritti a un portale di escort. Le indagini sono iniziate a fine febbraio proprio a seguito della segnalazione del gestore del sito, che aveva ricevuto a sua volta notizie sulle aggressioni da un’accompagnatrice che aveva raccolto informazioni sulla banda.
I rumeni sono stati individuati seguendo il segnale dei cellulari rubati alle vittime e infine incastrati da appostamenti dei militari. La giovane escort è stata presa subito dopo l’inizio delle ricerche a Biella. Grazie alle sue rivelazioni, è stato in seguito possibile risalire ai due complici all’estero. Dieci giorni fa l’Interpol ha arrestato il giovane di 26 anni a Parigi e nel pomeriggio del 14 agosto è stato estradato in Italia. L’ultimo è attualmente ricercato. Gli arrestati non usavano armi (a esclusione di una volta in cui hanno mostrato un coltello) e il loro bottino si aggirava sempre tra i mille o duemila euro, oltre a portatili, cellulari e tablet.
V.Ca.