Ragazzo nel cassonetto: oggi udienza del Tribunale del riesame di Torino per due dei quattro indagati

Ragazzo nel cassonetto: oggi udienza del Tribunale del riesame di Torino per due dei quattro indagati
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Udienza del Tribunale del riesame di Torino, stamattina, per due dei quattro indagati per la morte di Gabriele Maffeo, 33 anni, di Occhieppo Inferiore, il cui corpo era stato gettato in un cassonetto dell’immondizia a Chiavazza. Tutto per la scelta di due dei tre legali che stanno seguendo gli indagati per un caso che aveva scosso il Biellese per lo sfregio riservato ad un giovane il cui corpo era stato gettato in un cassonetto.

Sono detenuti

Anche dopo che è stato appurato come la morte del giovane sia in effetti avvenuta per una dose eccessiva di eroina iniettata in un corpo che si stava disintossicando dopo più di un anno in comunità e nonostante il medico legale abbia tra l’altro appurato (come confessato da tutti e quattro i coinvolti) che le ferite riportate da Maffeo fossero state provocate dopo la morte («Ci è caduto più volte mentre lo spostavamo perché era tanto pesante», hanno dichiarato gli stessi indagati), tutti e quattro i coinvolti, dopo essere stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto da parte della squadra mobile della Polizia, rimangono per il momento ancora in carcere.

Altra accusa

Per Giuseppe Bonura, Simone Perra e Marina Coda Zabetta l’accusa è però cambiata: non più omicidio in concorso, ma soppressione di cadavere. La stessa accusa era già stata contestata ad Alessandro Solina che era intervenuto in un secondo momento in via Coppa a Chiavazza su richiesta di Bonura per dare una mano a spostare il corpo. L’accusa è legata al fatto che il corpo di Maffeo era stato gettato nel cassonetto con l’intenzione possibilmente di farlo sparire.

L'udienza

Intanto, per Alessandro Solina e Marina Coda Zabetta, la situazione potrebbe già cambiare nel fine settimana in quanto i loro difensori, avvocati Andrea e Cristian Conz, hanno presentato nei giorni scorsi ricorso avverso la decisione del gip di Biella di tenere i loro assistiti in carcere, al Tribunale del Riesame. Del caso i giudici torinesi se ne occuperanno stamattina (venerdì 20 ottobre). Molto si giocherà su quello che appare tutt’altro che un dettaglio: se si sia trattato di soppressione o soltanto di occultamento di cadavere. Il secondo reato, infatti, è decisamente più attenuato del primo, prevede una pena massima di tre anni e non prevede la carcerazione.

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