Protesta la Polizia Penitenziaria

Protesta la Polizia Penitenziaria
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Quattro sigle sindacali che rappresentano la Polizia penitenziaria, hanno inscenato un sit-in di protesta stamattina a partire dalle 10 e 30 per segnalare le svariate problematiche che a loro dire si concentrerebbero nella casa circondariale di viale dei Tigli. Il Sappe (con il rappresentante Cesarini), l'Osapp (con Soldani), il Sinappe (con Santalucia) e l'Uspp (con Di Sanzo), hanno voluto scrivere una lettera aperta al Provveditore penitenziario del Piemonte che il 27 luglio scorso ha visitato la struttura di viale dei Tigli.
«Egregio Signor Provveditore - scrivono i rappresentanti sindacali -, nel ringraziarla della sua visita odierna della quale abbiamo apprezzato la sua attenzione e compiutezza, cogliamo l'occasione per ribadirle che la situazione nel penitenziario biellese è quasi giunta ad un punto di non ritorno. Da più giorni segnaliamo le difficoltà quotidiane del reparto della Polizia penitenziaria locale nella gestione ordinaria della sicurezza e delle attività trattamentali. Attività aumentate di recente, poiché qualcuno ha deciso che era giunto il momento di cambiare abito al penitenziario aggiungendo "lembi di tessuto". E' stato deciso che la Casa circondariale, sarebbe dovuta diventare sia "Casa di lavoro" sia "Casa di reclusione". Purtroppo, però, è stato tralasciato un piccolo particolare: non è stato cambiato il regolamento interno. Questo errore grossolano ha mandato in tilt poco alla volta tutto il sistema...».

Mancate direttive. Nella lettera vengono evidenziate le problematiche: «I poliziotti del reparto, da quando è stata aperta la "Casa lavoro", sono stati costretti, per gestire al meglio problematiche difformi dall'abitudinario (anche se prevedibili) ad improvvisare, causa assoluta mancanza di direttive da parte dei vertici, i quali in assenza di chiarezza di idee hanno finito per rimpallarsi le responsabilità tra loro, in un avvilente gioco di ping-pong a spese del personale preso in giro. Una di queste, tanto per fare un esempio, è stata la gestione al loro arrivo degli internati. Fino a quando le scriventi Organizzazioni sindacali, non hanno fatto emergere l'atteggiamento deontologicamente deprecabile tenuto dalla Direzione nei confronti dei poliziotti del reparto di Biella, i quali, sconsolati, lamentando la mancanza di disposizioni di servizio in merito ai nuovi compiti, barcollavano nel buio, costretti all'improvvisazione. Solo allora la Direzione ha disciplinato con apposito documento il trattamento e le attività destinate agli internati...».
Il carcere di Biella ha una capienza di 520 detenuti. Attualmente ce ne sono 470. "Ma stanno aumentando", spiega il sindacalista Gerardo Romano. L'organico della Polizia penitenziaria è di 176 unità contro le 220 previste: una carenza che si sta facendo sentire soprattutto per lo stress psicofisico che la situazione produce.

Quattro sigle sindacali che rappresentano la Polizia penitenziaria, hanno inscenato un sit-in di protesta stamattina a partire dalle 10 e 30 per segnalare le svariate problematiche che a loro dire si concentrerebbero nella casa circondariale di viale dei Tigli. Il Sappe (con il rappresentante Cesarini), l'Osapp (con Soldani), il Sinappe (con Santalucia) e l'Uspp (con Di Sanzo), hanno voluto scrivere una lettera aperta al Provveditore penitenziario del Piemonte che il 27 luglio scorso ha visitato la struttura di viale dei Tigli.
«Egregio Signor Provveditore - scrivono i rappresentanti sindacali -, nel ringraziarla della sua visita odierna della quale abbiamo apprezzato la sua attenzione e compiutezza, cogliamo l'occasione per ribadirle che la situazione nel penitenziario biellese è quasi giunta ad un punto di non ritorno. Da più giorni segnaliamo le difficoltà quotidiane del reparto della Polizia penitenziaria locale nella gestione ordinaria della sicurezza e delle attività trattamentali. Attività aumentate di recente, poiché qualcuno ha deciso che era giunto il momento di cambiare abito al penitenziario aggiungendo "lembi di tessuto". E' stato deciso che la Casa circondariale, sarebbe dovuta diventare sia "Casa di lavoro" sia "Casa di reclusione". Purtroppo, però, è stato tralasciato un piccolo particolare: non è stato cambiato il regolamento interno. Questo errore grossolano ha mandato in tilt poco alla volta tutto il sistema...».

Mancate direttive. Nella lettera vengono evidenziate le problematiche: «I poliziotti del reparto, da quando è stata aperta la "Casa lavoro", sono stati costretti, per gestire al meglio problematiche difformi dall'abitudinario (anche se prevedibili) ad improvvisare, causa assoluta mancanza di direttive da parte dei vertici, i quali in assenza di chiarezza di idee hanno finito per rimpallarsi le responsabilità tra loro, in un avvilente gioco di ping-pong a spese del personale preso in giro. Una di queste, tanto per fare un esempio, è stata la gestione al loro arrivo degli internati. Fino a quando le scriventi Organizzazioni sindacali, non hanno fatto emergere l'atteggiamento deontologicamente deprecabile tenuto dalla Direzione nei confronti dei poliziotti del reparto di Biella, i quali, sconsolati, lamentando la mancanza di disposizioni di servizio in merito ai nuovi compiti, barcollavano nel buio, costretti all'improvvisazione. Solo allora la Direzione ha disciplinato con apposito documento il trattamento e le attività destinate agli internati...».
Il carcere di Biella ha una capienza di 520 detenuti. Attualmente ce ne sono 470. "Ma stanno aumentando", spiega il sindacalista Gerardo Romano. L'organico della Polizia penitenziaria è di 176 unità contro le 220 previste: una carenza che si sta facendo sentire soprattutto per lo stress psicofisico che la situazione produce.

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