Procura chiede archiviazione, ma il gip decide per l'imputazione coatta di Delmastro
Il sottosegretario biellese alla Giustizia: "Sono fiducioso, convinto di non aver violato alcun segreto"
La procura di Roma ne aveva chiesto l'archiviazione, ma il gip del tribunale della Capitale è stato di diverso avviso e nelle scorse ore ha disposto l'imputazione coatta per l'onorevole Andrea Delmastro, biellese, sottosegretario alla Giustizia, indagato nei mesi scorsi per l'ipotesi di reato di rivelazione di segreto d'ufficio per aver trasmesso informazioni riservate (un'informativa della polizia penitenziaria sull'attività in carcere dell'anarchico Alfredo Cospito al 41 bis in Sardegna) al collega di partito Giovanni Donzelli.
Delmastro: "Sono fiducioso, convinto di non aver violato alcun segreto"
"Prendo atto della scelta del Gip di Roma che, contrariamente alla Procura, ha ritenuto necessario un approfondimento della vicenda giuridica che mi riguarda - dichiara in una nota Delmastro - Avrò modo, davanti al giudice per l'Udienza preliminare di insistere per il non luogo a procedere per insussistenza dell'elemento oggettivo, oltre che di quello soggettivo. Sono fiducioso che la vicenda si concluderà positivamente, convinto che alcun segreto sia stato violato, sia sotto il profilo oggettivo che sotto il profilo soggettivo"
Ora la Procura "obbligata" a richiedere il rinvio a giudizio
Dopo il rifiuto del Giudice delle indagini preliminare di accogliere la richiesta di archiviazione della Procura (indagine coordinata dal procuratore Paolo Ielo), la stessa dovrà formulare una richiesta di rinvio a giudizio. La Procura aveva motivato la richiesta di archiviazione con la carenza dell'elemento soggettivo del reato, vale a dire che non era provato che Delmastro fosse consapevole dell'esistenza del segreto, come da lui spiegato nel corso dell'interrogatorio dello scorso 17 febbraio, al quale era stato sottoposto dopo la denuncia presentata nei suoi confronti dal deputato dei Verdi-Sinistra Italiana Angelo Bonelli.
L'esposto era stato successivo alla divulgazione in aula alla Camera, nel corso di un violento attacco al Pd in particolare, da parte del capogruppo di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, delle conversazioni di Cospito con esponenti della 'ndrangheta detenuti come lui al 41 bis, il cosiddetto carcere duro contro cui Cospito ha fatto per mesi lo sciopero della fame. Delmastro si era inizialmente difeso sostenendo di aver solo sintetizzato a Donzelli il contenuto di quelle relazioni e di non avergliele passate integralmente.