Polizia penitenziaria Biella lancia appello: «Carenza di mascherine e disposizioni di protezione adeguati per noi e carcerati»
La casa circondariale ospita circa 600 detenuti: quasi impossibile mantenere distanze di sicurezza.
I sindacati degli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Biella, lanciano allarme:
«Preoccupante assenza forniture di mascherine e dispositivi di protezione individuale per i Poliziotti Penitenziari nella Casa Circondariale di Biella»
Polizia penitenziaria Biella lancia appello su Coronavirus
Ecco il comunicato diffuso dai sindacati:
Le Segreterie delle Organizzazioni Sindacali in intestazione, in relazione alla attuale pandemia del virus COVID-19, comunicano l'assenza di numeri adeguati di mascherine e di protezioni individuali per fronteggiare e tutelare tutto il personale di Polizia Penitenziaria operante presso la casa circondariale di Biella, pari a circa 200 unità.
Pur comprendendo e in parte apprezzando i timidi sforzi fatti dall’Amministrazione Penitenziaria nell’approvvigionamento dei kit completi, in questo momento di grande emergenza si vogliono sensibilizzare le Autorità a cui la presente giungerà per quanto di competenza e conoscenza, specificando che il personale di Polizia Penitenziaria è istituzionalmente a contatto con la popolazione detenuta, per cui essendoci una condizione di promiscuità dovuta a spazi limitati e spesso angusti, non è possibile rispettare lo standard di almeno 1 metro di distanza tra le persone: la cosiddetta distanza “sociale o di sicurezza” rispetto all’utenza è oggettivamente inapplicabile, con la diretta ed immaginabile conseguenza di mettere in serio pericolo la propria e l’altrui incolumità, affermandosi i numeri della realtà biellese in quantità prossima ai 600 detenuti presenti.
La Direzione della Casa Circondariale di Biella uniformandosi ad altre realtà penitenziarie, stante il numero esiguo di DPI in giacenza, invita pertanto il personale di Polizia Penitenziaria a non indossare in via continuativa le mascherine al fine di non creare 'allarmismi' alla popolazione detenuta, anziché spiegare loro mediante riunioni illustrative, che tale misura sarebbe atta alla loro salvaguardia.
Le forme di “triage” all’ingresso dei penitenziari, sono lasciate perlopiù agli stessi poliziotti penitenziari con un agevolazione fornita nelle ore mattutine dagli enti della protezione civile, con strumenti poco idonei e precisi; difficile è inoltre garantire una costante opera di sanificazione sanitaria di tutti gli ambienti penitenziari, al fine di abbattere la possibilità di contagio.
In attesa di immediati e urgentissimi riscontri finalizzati alla salvaguardia della salute dei Poliziotti Penitenziari, dei propri cari ed a tutela della salute pubblica, si chiede che tutti i Poliziotti Penitenziari vengano sottoposti a continui monitoraggi e controlli sanitari, in ragione di tutto il personale che opera a contatto coi detenuti, all’interno delle sezioni detentive e nei servizi di traduzioni e piantonamento.
Tutte le Autorità sono invitate alla massima attenzione al problema, atteso che possono insorgere situazioni pregiudizievoli a discapito della collettività, evidenziando nuovamente i numeri elevati di popolazione a rischio, nel caso di infezione introdotta nelle mure del penitenziario.
Richiamando pertanto le varie segnalazioni in materia proposte dagli organi regionali delle OO.SS. scriventi, si sottolinea quanto la vita umana sia legata ad un oggetto tanto semplice, quanto raro : 'LE MASCHERINE'.
Firmato dalle Segreterie Provinciali delle OO.SS. di Polizia Penitenziaria:
S.A.P.PE. O.S.A.P.P. SI.NA.P.PE. U.S.P.P. Mangani Grifoni Polsinelli Di Sanzo
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