Più di tre anni per la droga nello zainetto
Fermato con l’amico e una ragazza e trovato in possesso di quasi cinque chili di hashish in uno zainetto più altri quantitativi modesti in casa, Mirko Mazzanares, 27 anni, di Cossato, è riuscito a patteggiare una pena tutto sommato contenuta, mercoledì mattina, davanti al giudice dell’udienza preliminare, Claudio Passerini: tre anni e quattro mesi di reclusione più 18mila euro di multa. Il difensore, Francesco Alosi, ha chiesto e ottenuto le attenuanti generiche equivalenti alla contestata aggravante dell’ingente quantitativo, ricavandone così un discreto sconto di pena.
Sarà invece processato con rito ordinario, il presunto complice del Mazzanares, anche lui residente da qualche tempo a Cossato, Fabrizio Tricarico, 31 anni, difeso dall’avvocato Marco Romanello.
L’imputato, il presunto complice e la ragazza di 17 anni di uno dei due, erano stati fermati l’11 agosto scorso lungo la provinciale a Cavaglià. Non avevano avuto molta fortuna, in quanto, quella notte, carabinieri e polizia stavano effettuando un massiccio controllo coordinato sia ai locali sul lungolago sia lungo le strade. La Renault Clio su cui viaggiavano i tre era stata notata dal maresciallo Mario Salvato, da pochi mesi comandante a Cavaglià, che aveva riconosciuto i passeggeri e intimato l’alt. Invece di fermarsi, la Clio aveva accelerato e si era allontanata. Non aveva fatto però molta strada: c’erano almeno dieci pattuglie di polizia e carabinieri in giro quella notte, tutte impegnate nel servizio di controllo. A bloccare l’auto dei fuggitivi, poche centinaia di metri dopo, ci aveva pensato la “civetta” con a bordo il capitano Alessandro Loddo, comandante del Nucleo investigativo. Poco prima dell’incontro ravvicinato con i carabinieri, uno dei tre aveva fatto volare fuori dal finestrino uno zainetto contenente cinque “panetti” di hashish del peso di un chilo l’uno. La scena non era passata inosservata. Lo zaino era stato infatti recuperato una manciata di secondi dopo. La successiva perquisizione a casa del Mazzanadres, aveva permesso ai carabinieri di ritrovare in cucina meno di quattro grammi della stessa sostanza e in camera da letto due pezzetti del peso di 50 e 24 grammi. Gli investigatori avevano inoltre sequestrato dei contanti e appunti contabili.
V.Ca.
Fermato con l’amico e una ragazza e trovato in possesso di quasi cinque chili di hashish in uno zainetto più altri quantitativi modesti in casa, Mirko Mazzanares, 27 anni, di Cossato, è riuscito a patteggiare una pena tutto sommato contenuta, mercoledì mattina, davanti al giudice dell’udienza preliminare, Claudio Passerini: tre anni e quattro mesi di reclusione più 18mila euro di multa. Il difensore, Francesco Alosi, ha chiesto e ottenuto le attenuanti generiche equivalenti alla contestata aggravante dell’ingente quantitativo, ricavandone così un discreto sconto di pena.
Sarà invece processato con rito ordinario, il presunto complice del Mazzanares, anche lui residente da qualche tempo a Cossato, Fabrizio Tricarico, 31 anni, difeso dall’avvocato Marco Romanello.
L’imputato, il presunto complice e la ragazza di 17 anni di uno dei due, erano stati fermati l’11 agosto scorso lungo la provinciale a Cavaglià. Non avevano avuto molta fortuna, in quanto, quella notte, carabinieri e polizia stavano effettuando un massiccio controllo coordinato sia ai locali sul lungolago sia lungo le strade. La Renault Clio su cui viaggiavano i tre era stata notata dal maresciallo Mario Salvato, da pochi mesi comandante a Cavaglià, che aveva riconosciuto i passeggeri e intimato l’alt. Invece di fermarsi, la Clio aveva accelerato e si era allontanata. Non aveva fatto però molta strada: c’erano almeno dieci pattuglie di polizia e carabinieri in giro quella notte, tutte impegnate nel servizio di controllo. A bloccare l’auto dei fuggitivi, poche centinaia di metri dopo, ci aveva pensato la “civetta” con a bordo il capitano Alessandro Loddo, comandante del Nucleo investigativo. Poco prima dell’incontro ravvicinato con i carabinieri, uno dei tre aveva fatto volare fuori dal finestrino uno zainetto contenente cinque “panetti” di hashish del peso di un chilo l’uno. La scena non era passata inosservata. Lo zaino era stato infatti recuperato una manciata di secondi dopo. La successiva perquisizione a casa del Mazzanadres, aveva permesso ai carabinieri di ritrovare in cucina meno di quattro grammi della stessa sostanza e in camera da letto due pezzetti del peso di 50 e 24 grammi. Gli investigatori avevano inoltre sequestrato dei contanti e appunti contabili.
V.Ca.