Perseguita per mesi la ex ragazza
Accusato d’aver perseguitato per mesi l’ex fidanzata, un quarantenne di Roasio, Angelo G., è stato rinviato a giudizio dal giudice Claudio Ferrero per l’udienza del 9 novembre 2016 quando inizierà il processo.
E’ il classico caso di stalking con una donna costretta a cambiare radicalmente abitudini di vita per paura di incontrare l’ex, per timore che potesse concretizzare le minacce, pesanti, fatte via telefono o di persona. Il classico caso in cui trovano presa i capisaldi dell’articolo del Codice penale relativo agli atti persecutori, in quanto - per il capo d’accusa - l’imputato (difeso dall’avvocato Mario Cometti di Vercelli) avrebbe «cagionato alla ex un perdurante stato di ansia e paura così da impedirle di vivere in modo sereno e creandole un costante timore per la propria incolumità in misura tale da costringerla a modificare le proprie abitudini di vita e, di fatto, impedendole di uscire di casa da sola...».
Un vero inferno per la vittima (rappresentata dall’avvocato Angela Manerba di Vercelli) che ha poco più di trent’anni e abita a Cossato.
I fatti sarebbero avvenuti a Cossato, Quaregna e Gattinara dal settembre 2013 al febbraio 2014. Le frasi erano sempre le stesse, del tipo: «Se ti vedo insieme a un altro mi faccio trent’anni di galera ma ti ammazzo». Oppure: «Preparati le bende perché ti riduco in uno stato pietoso, tanto che i tuoi genitori rimarranno a terra», «Tanto poi me la paghi...». »E giù insulti, sempre uguali, pesanti, mortificanti. In un caso, al supermercato, le avrebbe persino sputato in faccia. E avrebbe aggravato le condotte opprimenti con continui appostamenti e pedinamenti effettuati sia vicino a casa di lei sia della ditta per la quale lavorava, in farmacia, nei supermercati, per strada.
V.Ca.
Accusato d’aver perseguitato per mesi l’ex fidanzata, un quarantenne di Roasio, Angelo G., è stato rinviato a giudizio dal giudice Claudio Ferrero per l’udienza del 9 novembre 2016 quando inizierà il processo.
E’ il classico caso di stalking con una donna costretta a cambiare radicalmente abitudini di vita per paura di incontrare l’ex, per timore che potesse concretizzare le minacce, pesanti, fatte via telefono o di persona. Il classico caso in cui trovano presa i capisaldi dell’articolo del Codice penale relativo agli atti persecutori, in quanto - per il capo d’accusa - l’imputato (difeso dall’avvocato Mario Cometti di Vercelli) avrebbe «cagionato alla ex un perdurante stato di ansia e paura così da impedirle di vivere in modo sereno e creandole un costante timore per la propria incolumità in misura tale da costringerla a modificare le proprie abitudini di vita e, di fatto, impedendole di uscire di casa da sola...».
Un vero inferno per la vittima (rappresentata dall’avvocato Angela Manerba di Vercelli) che ha poco più di trent’anni e abita a Cossato.
I fatti sarebbero avvenuti a Cossato, Quaregna e Gattinara dal settembre 2013 al febbraio 2014. Le frasi erano sempre le stesse, del tipo: «Se ti vedo insieme a un altro mi faccio trent’anni di galera ma ti ammazzo». Oppure: «Preparati le bende perché ti riduco in uno stato pietoso, tanto che i tuoi genitori rimarranno a terra», «Tanto poi me la paghi...». »E giù insulti, sempre uguali, pesanti, mortificanti. In un caso, al supermercato, le avrebbe persino sputato in faccia. E avrebbe aggravato le condotte opprimenti con continui appostamenti e pedinamenti effettuati sia vicino a casa di lei sia della ditta per la quale lavorava, in farmacia, nei supermercati, per strada.
V.Ca.