Perseguita per mesi la ex compagna

Perseguita per mesi la ex compagna
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COSSATO -  E’ accusato di stalking per averne fatte passare di tutti i colori alla ex compagna che aveva interrotto la relazione sentimentale: mesi e mesi di pedinamenti, appostamenti, insulti, pesanti minacce. Sarà il processo a stabilire la colpevolezza o meno di un cossatese di 56 anni che il giudice dell’udienza preliminare, Anna Ferretti, ha rinviato a giudizio per l’udienza del 22 febbraio del prossimo anno.

Era proprio di Cossato la vittima dell’ennesimo episodio di violenza estrema nei confronti di una donna, la cui uccisione aveva dato una fortissima accelerazione all’iter parlamentare che aveva portato all’approvazione - il 23 febbraio 2009 - dello legge sullo stalking, reato noto anche come “atti persecutori”.
Un soggetto non è di proprietà di un’altra persona e quindi se per vari motivi una relazione viene a cessare, al di là degli strascichi di sofferenza che ogni caso lascia dietro di sé, non dovrebbe mai concludersi con pesanti minacce, inseguimenti, telefonate a qualsiasi ora del giorno e della notte, appostamenti davanti al luogo di lavoro o all’abitazione della donna perseguitata. E’ ciò che invece viene contestato all’imputato di cui non pubblicheremo il nome in questa fase processuale per evitare che venga riconosciuta la parte offesa.

I presunti atti persecutori sarebbero proseguiti per mesi con un’insistenza estenuante da parte dell’imputato tale da far sorgere nella sua ex - scrive il magistrato della Procura che ha sostenuto l’accusa sulla base delle indagini condotte dai carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria esperti in materia di reati sessuali e di violenza sulle “fasce deboli” - «un perdurante e grave stato di ansia e paura, ingenerando un fondato timore per la propria incolumità», peculiarità fondamentale, quest’ultima, affinché possa effettivamente configurarsi il reato di stalking.

L’imputato (che è difeso dall’avvocato Andrea Ventura) è altresì accusato di violazione di domicilio e di violenza privata. Nel primo caso - stando sempre al capo d’imputazione - l’uomo sarebbe entrato a casa della ex contro la sua volontà utilizzando una copia delle chiavi nonostante la donna avesse provveduto a sostituire le serrature dopo la fine della relazione sentimentale. Nel secondo caso, l’imputato avrebbe invaso l’opposta corsia di marcia con la propria vettura proprio nel momento in cui stava arrivando la ex compagna in sella al suo scooter, costringendola a sterzare di colpo per evitare la collisione, determinando oltretutto il pericolo di un impatto contro un muro che la donna era riuscita a evitare per miracolo.
R.E.B.

COSSATO -  E’ accusato di stalking per averne fatte passare di tutti i colori alla ex compagna che aveva interrotto la relazione sentimentale: mesi e mesi di pedinamenti, appostamenti, insulti, pesanti minacce. Sarà il processo a stabilire la colpevolezza o meno di un cossatese di 56 anni che il giudice dell’udienza preliminare, Anna Ferretti, ha rinviato a giudizio per l’udienza del 22 febbraio del prossimo anno.

Era proprio di Cossato la vittima dell’ennesimo episodio di violenza estrema nei confronti di una donna, la cui uccisione aveva dato una fortissima accelerazione all’iter parlamentare che aveva portato all’approvazione - il 23 febbraio 2009 - dello legge sullo stalking, reato noto anche come “atti persecutori”.
Un soggetto non è di proprietà di un’altra persona e quindi se per vari motivi una relazione viene a cessare, al di là degli strascichi di sofferenza che ogni caso lascia dietro di sé, non dovrebbe mai concludersi con pesanti minacce, inseguimenti, telefonate a qualsiasi ora del giorno e della notte, appostamenti davanti al luogo di lavoro o all’abitazione della donna perseguitata. E’ ciò che invece viene contestato all’imputato di cui non pubblicheremo il nome in questa fase processuale per evitare che venga riconosciuta la parte offesa.

I presunti atti persecutori sarebbero proseguiti per mesi con un’insistenza estenuante da parte dell’imputato tale da far sorgere nella sua ex - scrive il magistrato della Procura che ha sostenuto l’accusa sulla base delle indagini condotte dai carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria esperti in materia di reati sessuali e di violenza sulle “fasce deboli” - «un perdurante e grave stato di ansia e paura, ingenerando un fondato timore per la propria incolumità», peculiarità fondamentale, quest’ultima, affinché possa effettivamente configurarsi il reato di stalking.

L’imputato (che è difeso dall’avvocato Andrea Ventura) è altresì accusato di violazione di domicilio e di violenza privata. Nel primo caso - stando sempre al capo d’imputazione - l’uomo sarebbe entrato a casa della ex contro la sua volontà utilizzando una copia delle chiavi nonostante la donna avesse provveduto a sostituire le serrature dopo la fine della relazione sentimentale. Nel secondo caso, l’imputato avrebbe invaso l’opposta corsia di marcia con la propria vettura proprio nel momento in cui stava arrivando la ex compagna in sella al suo scooter, costringendola a sterzare di colpo per evitare la collisione, determinando oltretutto il pericolo di un impatto contro un muro che la donna era riuscita a evitare per miracolo.
R.E.B.

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