Perseguita i vicini, accusata di stalking

Perseguita i vicini, accusata di stalking
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Il reato di stalking non viene contestato solamente agli uomini che non riescono a rassegnarsi dopo essere stati piantati da una donna e iniziano a perseguitarla. Nel caso di cui si è occupato nei giorni scorsi il giudice Pietro Brovarone, imputata del reato di atti persecutori era una pensionata di 77 anni originaria della provincia di Bari, trapiantata da una vita in Valle Cervo. Vittime erano i tre vicini di casa, padre, madre e figlio, i primi due anche loro pensionati, a cui - stando al capo d’accusa, sostenuto dalla piemme Mariateresa Iozzo - l’imputata ne avrebbe fatte passare di tutti i colori, al punto da «cagionare in loro un grave stato di ansia e di stress, costringendoli a modificare parte delle loro abitudini di vita».

I fatti si sono protratti dal mese di maggio del 2011 al settembre dell’anno dopo e sono avvenuti in un condominio di via Cavalieri di Vittorio Veneto ad Andorno Micca. Processo e condanna sono stati evitati per un soffio dalla pensionata in quanto, nel frattempo, ha trasferito la propria abitazione a Sagliano Micca. Nel condominio dove abitava, è così tornata la pace. Proprio per questo motivo e per la serenità ritrovate, padre, madre e figlio, su proposta del difensore della loro ex vicina di casa, avvocato Giorgio Triban, hanno deciso di ritirare la querela. Per fortuna, quando l’accusa di stalking è stata formulata, la disciplina che regola questo reato non prevedeva ancora la procedibilità d’ufficio come oggi. Nei confronti della donna, quindi, il giudice Brovarone ha dichiarato il non doversi procedere per estinzione del reato contestato a seguito di intervenuta remissione di querela.

Valter Caneparo

 

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 15 febbraio 2016

Il reato di stalking non viene contestato solamente agli uomini che non riescono a rassegnarsi dopo essere stati piantati da una donna e iniziano a perseguitarla. Nel caso di cui si è occupato nei giorni scorsi il giudice Pietro Brovarone, imputata del reato di atti persecutori era una pensionata di 77 anni originaria della provincia di Bari, trapiantata da una vita in Valle Cervo. Vittime erano i tre vicini di casa, padre, madre e figlio, i primi due anche loro pensionati, a cui - stando al capo d’accusa, sostenuto dalla piemme Mariateresa Iozzo - l’imputata ne avrebbe fatte passare di tutti i colori, al punto da «cagionare in loro un grave stato di ansia e di stress, costringendoli a modificare parte delle loro abitudini di vita».

I fatti si sono protratti dal mese di maggio del 2011 al settembre dell’anno dopo e sono avvenuti in un condominio di via Cavalieri di Vittorio Veneto ad Andorno Micca. Processo e condanna sono stati evitati per un soffio dalla pensionata in quanto, nel frattempo, ha trasferito la propria abitazione a Sagliano Micca. Nel condominio dove abitava, è così tornata la pace. Proprio per questo motivo e per la serenità ritrovate, padre, madre e figlio, su proposta del difensore della loro ex vicina di casa, avvocato Giorgio Triban, hanno deciso di ritirare la querela. Per fortuna, quando l’accusa di stalking è stata formulata, la disciplina che regola questo reato non prevedeva ancora la procedibilità d’ufficio come oggi. Nei confronti della donna, quindi, il giudice Brovarone ha dichiarato il non doversi procedere per estinzione del reato contestato a seguito di intervenuta remissione di querela.

Valter Caneparo

 

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