Pedofilo in sedia a rotelle ottiene i domiciliari

Pedofilo in sedia a rotelle ottiene i domiciliari
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BIELLA -I diritti sono di tutti e tutti hanno diritto di vivere un’esistenza dignitosa. Anche se per la società hanno sbagliato, si sono resi colpevoli di reati infamanti sia per l’opinione pubblica sia per la popolazione carceraria. Come, ad esempio, gli atti sessuali nei confronti di minorenni. E’ da tali principi che un avvocato di Biella, Francesco Alosi, è riuscito a far riconoscere al proprio assistito paraplegico, da anni costretto su una sedia a rotelle, il diritto di poter scontare la pena che gli è stata inflitta agli arresti domiciliari piuttosto che in carcere.

E’ stata una trafila tutto sommato neppure troppo lunga, ma comunque intensa, fatta di istanze e ricorsi, di richieste di trasferimenti in strutture idonee e di celeri udienze per poter discutere di una situazione particolare che andava in qualche modo risolta. Era necessario trovare spiragli laddove il Legislatore da una parte fa il duro e dall’altra lascia spazi di manovra. Come un pugile chiuso in una guardia arcigna e impenetrabile che lascia un piccolo spazio e consente all’avversario di colpirlo con un montante da kappaò al fegato.
Valter Caneparo

Leggi di più sull'Eco di Biella di lunedì 21 marzo 2016

BIELLA -I diritti sono di tutti e tutti hanno diritto di vivere un’esistenza dignitosa. Anche se per la società hanno sbagliato, si sono resi colpevoli di reati infamanti sia per l’opinione pubblica sia per la popolazione carceraria. Come, ad esempio, gli atti sessuali nei confronti di minorenni. E’ da tali principi che un avvocato di Biella, Francesco Alosi, è riuscito a far riconoscere al proprio assistito paraplegico, da anni costretto su una sedia a rotelle, il diritto di poter scontare la pena che gli è stata inflitta agli arresti domiciliari piuttosto che in carcere.

E’ stata una trafila tutto sommato neppure troppo lunga, ma comunque intensa, fatta di istanze e ricorsi, di richieste di trasferimenti in strutture idonee e di celeri udienze per poter discutere di una situazione particolare che andava in qualche modo risolta. Era necessario trovare spiragli laddove il Legislatore da una parte fa il duro e dall’altra lascia spazi di manovra. Come un pugile chiuso in una guardia arcigna e impenetrabile che lascia un piccolo spazio e consente all’avversario di colpirlo con un montante da kappaò al fegato.
Valter Caneparo

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