Pedinate, terrorizzate, perseguitate

Pedinate, terrorizzate, perseguitate
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Sono due classici casi di stalking quelli di cui si è occupata nei giorni scorsi il giudice dell’udienza preliminare, Anna Ferretti. Due uomini sono stati rinviati a giudizio per averne fatte passare di tutti i colori a due donne di cui si erano invaghiti. Stando alla Pubblica accusa, entrambi gli imputati avrebbero cagionato alle loro presunte vittime un perdurante e grave stato di ansia e di paura, costringendole ad alterare le proprie abitudini di vita. I processi cominceranno lo stesso giorno: il 24 gennaio 2018.

Il reato di atti persecutori, lo stalking, è stato approvato a ridosso della primavera del 2009 sull’onda dello sdegno per il delitto della giovane cossatese Deborah Rizzato. La legge è sorta attorno alla dolce immagine della giovane uccisa a 25 anni dal folle che l’ha perseguitata per dieci lunghissimi anni, senza che nessuno abbia mai fatto nulla per proteggerla.

Il primo caso ha dell’incredibile: presunto stalker e presunta vittima non si conoscevano. Lui si era però invaghito di quella badante straniera dopo averla incontrata per strada. Da quel giorno, per la donna, erano iniziate ansie e paure. Dalle indagini delegate alla squadra speciale dei carabinieri che lavora in Procura ed è coordinata dal maresciallo Tindaro Gullo - esperta in quei reati che riguardano le fasce deboli - era emerso che l’imputato, Giorgio Mondani, 65 anni, di Biella (difeso dall’avvocato Marco Romanello) avrebbe molestato la badante straniera quantomeno dal mese di luglio fino al mese di ottobre del 2015. Si sarebbe appostato più volte in diversi orari della giornata nei pressi dell’abitazione della donna, utilizzando anche un monocolo per osservarla e controllarne i movimenti, pedinandola sia a piedi sia in macchina durante i suoi spostamenti. Si sarebbe inoltre introdotto più volte nel condominio della donna ingenerando pertanto in lei un fondato timore per la propria incolumità e per quella dei propri familiari.

V.Ca.

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 5 dicembre 2016 

Sono due classici casi di stalking quelli di cui si è occupata nei giorni scorsi il giudice dell’udienza preliminare, Anna Ferretti. Due uomini sono stati rinviati a giudizio per averne fatte passare di tutti i colori a due donne di cui si erano invaghiti. Stando alla Pubblica accusa, entrambi gli imputati avrebbero cagionato alle loro presunte vittime un perdurante e grave stato di ansia e di paura, costringendole ad alterare le proprie abitudini di vita. I processi cominceranno lo stesso giorno: il 24 gennaio 2018.

Il reato di atti persecutori, lo stalking, è stato approvato a ridosso della primavera del 2009 sull’onda dello sdegno per il delitto della giovane cossatese Deborah Rizzato. La legge è sorta attorno alla dolce immagine della giovane uccisa a 25 anni dal folle che l’ha perseguitata per dieci lunghissimi anni, senza che nessuno abbia mai fatto nulla per proteggerla.

Il primo caso ha dell’incredibile: presunto stalker e presunta vittima non si conoscevano. Lui si era però invaghito di quella badante straniera dopo averla incontrata per strada. Da quel giorno, per la donna, erano iniziate ansie e paure. Dalle indagini delegate alla squadra speciale dei carabinieri che lavora in Procura ed è coordinata dal maresciallo Tindaro Gullo - esperta in quei reati che riguardano le fasce deboli - era emerso che l’imputato, Giorgio Mondani, 65 anni, di Biella (difeso dall’avvocato Marco Romanello) avrebbe molestato la badante straniera quantomeno dal mese di luglio fino al mese di ottobre del 2015. Si sarebbe appostato più volte in diversi orari della giornata nei pressi dell’abitazione della donna, utilizzando anche un monocolo per osservarla e controllarne i movimenti, pedinandola sia a piedi sia in macchina durante i suoi spostamenti. Si sarebbe inoltre introdotto più volte nel condominio della donna ingenerando pertanto in lei un fondato timore per la propria incolumità e per quella dei propri familiari.

V.Ca.

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