Pedemontina, industriali all'attacco: «Basta burocrazia»

Il presidente Uib Carlo Piacenza: «Il territorio attende da trent'anni».

Pedemontina, industriali all'attacco: «Basta burocrazia»
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Pedemontina, dura presa di posizione da parte degli industriali biellesi. «Basta burocrazia, il nostro territorio attende da trent'anni» dice il presidente Uib Carlo Piacenza.

Pedemontina, l'Uib va all'attacco

«Il Biellese sta aspettando la realizzazione della Pedemontina da più di trent’anni e ora che l’avvio dei lavori sembrava finalmente all’orizzonte, ancora una volta le lungaggini burocratiche rischiano di compromettere l’intero progetto. Non è possibile continuare a rimettere in discussione progetti definiti e finanziati da tempo. Non possiamo permetterci di ridiscutere costi e benefici di opere infrastrutturali già ampiamente analizzati.  Le strade, così come i treni, sono infrastrutture a servizio di tutti e i cui benefici vanno valutati nel lungo periodo, non in base ad una prospettiva di breve periodo scandita dalle legislature di governo. Non è possibile che una delle Regioni più industrializzate d’Italia, che è la seconda manifattura più importante in Europa, debba scontare una penalizzazione così grave in termini di incertezza su tempi e costi di realizzazione di opere di collegamento basilari non solo per le imprese ma per tutto il territorio. Per la Tav, sabato scorso a Torino, gli imprenditori sono scesi in piazza come tanti altri cittadini ormai stufi di una situazione non più sostenibile per il Paese, tanto che forse il prossimo appuntamento dovrà essere davanti a Palazzo Chigi. Se non si realizzano le grandi opere e non si realizzano le opere infrastrutturali locali, a vincere sarà solo la burocrazia». Così il presidente dell’Unione Industriale Biellese, Carlo Piacenza, commenta la notizia della necessità di effettuare la Valutazione di Impatto Ambientale per il collegamento Masserano-Ghemme. La procedura, stabilita dal Ministero dell’Ambiente, rischia infatti di far decadere il finanziamento di 80 milioni per l’opera, vincolato alla presentazione degli elaborati progettuali idonei per l’approvazione al Cipe entro la fine del 2018, oltre a mettere a rischio anche i 120 milioni finanziati attraverso i fondi Fsc.

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