Pecore morte, ma non si sa perché

Pecore morte, ma non si sa perché
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COGGIOLA - Il mistero potrebbe non nascondere nulla. O forse no. Potrebbero essere le vipere, dicono le voci, o forse una malattia. Qualcuno parla di cattiva gestione. O magari chissà. Il punto è che una spiegazione plausibile non è ancora stata data alle svariate - almeno una decina in tutta l’estate - morti di pecore che hanno costellato i prati superiori di Monte Barone nelle ultime settimane.

Lo strano fenomeno continua a ripetersi con cadenza preoccupante: almeno un decesso ogni decina di giorni. Solo sabato, l’ultimo caso, con un capo morente a poca distanza dal rifugio Monte Barone - il suggestivo punto tappa di proprietà del Cai Valsessera, ancora aperto e a disposizione dei numerosi escursionisti che abitualmente frequentano la zona -. Del fatto, confermato dallo stesso rifugista, si è interessato anche il sindaco del paese Gianluca Foglia Barbisin, che ha chiesto delucidazioni in merito. Ma provvedimenti non sono al momento stati presi. Resta il fatto che, al momento, le carcasse di almeno quattro pecore sono abbandonate sulle pendici del monte simbolo della Valsessera, tra il rifugio e la cima: una a poca distanza dal rifugio stesso, una nei pressi della piazzola dell’elicottero, una nella zona denominata della “bura” e una in cima. Il pastore, che in zona ha circa 300 pecore al pascolo e  la cui ditta di allevamento di ovini ha sede a Valdengo, è costantemente informato dei decessi e numerosi sono stati i suoi interventi sul posto. Ma pare che anche a lui sfugga la vera natura di un problema che potrebbe avere conseguenze anche sul piano sanitario e che, dunque, meriterebbe qualche approfondimento.

Veronica Balocco

COGGIOLA - Il mistero potrebbe non nascondere nulla. O forse no. Potrebbero essere le vipere, dicono le voci, o forse una malattia. Qualcuno parla di cattiva gestione. O magari chissà. Il punto è che una spiegazione plausibile non è ancora stata data alle svariate - almeno una decina in tutta l’estate - morti di pecore che hanno costellato i prati superiori di Monte Barone nelle ultime settimane.

Lo strano fenomeno continua a ripetersi con cadenza preoccupante: almeno un decesso ogni decina di giorni. Solo sabato, l’ultimo caso, con un capo morente a poca distanza dal rifugio Monte Barone - il suggestivo punto tappa di proprietà del Cai Valsessera, ancora aperto e a disposizione dei numerosi escursionisti che abitualmente frequentano la zona -. Del fatto, confermato dallo stesso rifugista, si è interessato anche il sindaco del paese Gianluca Foglia Barbisin, che ha chiesto delucidazioni in merito. Ma provvedimenti non sono al momento stati presi. Resta il fatto che, al momento, le carcasse di almeno quattro pecore sono abbandonate sulle pendici del monte simbolo della Valsessera, tra il rifugio e la cima: una a poca distanza dal rifugio stesso, una nei pressi della piazzola dell’elicottero, una nella zona denominata della “bura” e una in cima. Il pastore, che in zona ha circa 300 pecore al pascolo e  la cui ditta di allevamento di ovini ha sede a Valdengo, è costantemente informato dei decessi e numerosi sono stati i suoi interventi sul posto. Ma pare che anche a lui sfugga la vera natura di un problema che potrebbe avere conseguenze anche sul piano sanitario e che, dunque, meriterebbe qualche approfondimento.

Veronica Balocco