"Palpeggia" il sedere a una ragazza: condannato per violenza sessuale
Lei, 27 anni, stava lavorando nella zona "food" degli Orsi alle porte di Biella.
"Palpeggia" il sedere a una ragazza: condannato per violenza sessuale.
E' successo agli Orsi
Palpeggiare il sedere di una ragazza contro la sua volontà, nello specifico una dipendente del centro commerciale “Gli Orsi”, alle porte di Biella, mentre stava lavorando, è stato considerato dal Tribunale di Biella come una violenza sessuale a tutti gli effetti. La “toccatina” è così costata caro a un camionista rumeno con domicilio in Italia, Dorin B., 38 anni, che nei giorni scorsi ha preferito non presentarsi al processo lasciando il compito di difenderlo all’avvocato Loretta Vaglio Tessitore.
Condannato a un anno e due mesi
Alla fine l’imputato è stato condannato a un anno e due mesi di reclusione con la condizionale per aver toccato il sedere alla ragazza e assolto per aver molestato un’altra giovane sempre agli Orsi («... guardandola con insistenza, pronunciando delle frasi incomprensibili e seguendola sul posto di lavoro», recitava il capo d’imputazione), con la formula «perché il fatto non sussiste».
Il Tribunale composto da tre giudici donne (presidente Paola Rava, a latere Arianna Pisano ed Eleonora Saccone) ha indicato in sessanta giorni il termine per il deposito della motivazione della sentenza in cancelleria.
Lei stava facendo pulizie
I fatti risalgono al 5 e 6 settembre 2015 e sono avvenuti nell’area ristorazione degli Orsi. La "toccatina" al sedere da parte del cliente non è affatto piaciuta alla ragazza che in quel momento si stava occupando delle pulizie e che era rimasta parecchio scossa. Aveva infatti chiesto aiuto a due rappresentanti della “security” del centro commerciale che a loro volta avevano fatto intervenire le forze dell’ordine. I giudici, alla fine, hanno dato ragione alla ragazza: il palpeggiamento al gluteo è equiparabile alla violenza sessuale. Come dopotutto hanno già più volte rimarcato i giudici della Corte di Cassazione.
La ragazza si è messa a piangere
Invece di essere galante, quindi, di corteggiare quella giovane che le era subito piaciuta, di cercare di conquistarla con un bel modo di fare, con le parole, con i classici ammiccamenti, l’imputato avrebbe fatto ricorso alle maniera spicce allungando le mani. Un approccio pesante e del tutto sgradito. Una vera e propria violenza che la ragazza ha vissuto come un’invasione della sua sfera intima. «Quando siamo arrivati la ragazza stava piangendo», hanno puntualizzato durante il processo i due addetti della security.