Pakistani, rischio tensioni tra enti. «Non ci sono più posti» (FOTOGALLERY)

Pakistani, rischio tensioni tra enti. «Non ci sono più posti» (FOTOGALLERY)
Pubblicato:
Aggiornato:

BIELLA - «Saranno state le dieci, hanno suonato accompagnati da una persona che si è qualificata come “mediatore culturale incaricato dalla Caritas”». Inizia così il resoconto di una mattinata “movimentata” per il viceprefetto Davide Garra, che sabato si trovava in Prefettura impegnato in ben altre incombenze. Ma dalle emergenze quale l’accoglienza di chi arriva dagli sbarchi via mare dall’Africa, che compete alla Prefettura,  ora lo sforzo si indirizza all’ondata spontanea di migranti  dal Pakistan, fattasi massiccia da giugno, «iniziata però già dall’autunno passato». Gli ultimi dei quali, trascorsa una notte all’addiaccio ai Giardini Zumaglini martedì scorso, sono stati sistemati dal Comune di Biella nella ex sede dell’Atap di viale Macallé. E lì sono rimasti giovedì e venerdì, per uscirne  sabato mattina.

 Il Comune ha, infatti, comunicato l’indisponibiltà a continuare l’accoglienza alla Caritas, che ha così incaricato il mediatore culturale di radunare i pakistani per portarli in Prefettura. 

Da lì comincia appunto il resoconto di  Davide Garra, chiamato all’improvviso a gestire un’altra emergenza. E il viceprefetto così ha fatto: in meno di due ore, ha trovato nove posti - tanti quanti i migranti  -, si è fatto lasciare i nomi, per comunicarli al gestore che li ha presi in carico a  Pray, l’associazione Nuvola Onlus. «Erano pakistani già identificati dalla Questura, provvisti di documentazione sanitaria. Sono stati portati a Pray da due mezzi della Croce Rossa di Cossato». Al momento del trasferimento, racconta poi  il viceprefetto, «è comparso un decimo pakistano che   ha cercato di unirsi al gruppo, di certo chiamato dagli altri». Episodio che avvalora la tesi di un “flusso gestito”. Così come il passaggio di un’auto, davanti alla Prefettura, dalla quale in tutta fretta sono state lanciate bottigliette d’acqua ai pakistani in attesa.

 

Il Comune di Biella propone ora un incontro in settimana. Sullo “sfratto” dall’ex Atap, l’assessore Diego Presa motiva: «Premesso che al Comune spetta la funzione socio-assistenziale verso chi si trova qui da un anno almeno, c’è un’emergenza: la ex sede Atap era una soluzione temporanea senza requisiti, pensiamo adesso a usare la ex caserma dei Vigili del Fuoco in via Gersen, più  strutturata. Capiamo le difficoltà della Prefettura, bisogna  vedere quali sono i rispettivi ruoli e coinvolgere tutto il territorio». La Prefettura chiude un allarme e se ne riapre un altro. Conclude Davide Garra: «Sono finiti i posti per gli arrivi degli sbarchi e io sono preoccupato».

Giovanna Boglietti  

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 21 settembre 2015

BIELLA - «Saranno state le dieci, hanno suonato accompagnati da una persona che si è qualificata come “mediatore culturale incaricato dalla Caritas”». Inizia così il resoconto di una mattinata “movimentata” per il viceprefetto Davide Garra, che sabato si trovava in Prefettura impegnato in ben altre incombenze. Ma dalle emergenze quale l’accoglienza di chi arriva dagli sbarchi via mare dall’Africa, che compete alla Prefettura,  ora lo sforzo si indirizza all’ondata spontanea di migranti  dal Pakistan, fattasi massiccia da giugno, «iniziata però già dall’autunno passato». Gli ultimi dei quali, trascorsa una notte all’addiaccio ai Giardini Zumaglini martedì scorso, sono stati sistemati dal Comune di Biella nella ex sede dell’Atap di viale Macallé. E lì sono rimasti giovedì e venerdì, per uscirne  sabato mattina.

 Il Comune ha, infatti, comunicato l’indisponibiltà a continuare l’accoglienza alla Caritas, che ha così incaricato il mediatore culturale di radunare i pakistani per portarli in Prefettura. 

Da lì comincia appunto il resoconto di  Davide Garra, chiamato all’improvviso a gestire un’altra emergenza. E il viceprefetto così ha fatto: in meno di due ore, ha trovato nove posti - tanti quanti i migranti  -, si è fatto lasciare i nomi, per comunicarli al gestore che li ha presi in carico a  Pray, l’associazione Nuvola Onlus. «Erano pakistani già identificati dalla Questura, provvisti di documentazione sanitaria. Sono stati portati a Pray da due mezzi della Croce Rossa di Cossato». Al momento del trasferimento, racconta poi  il viceprefetto, «è comparso un decimo pakistano che   ha cercato di unirsi al gruppo, di certo chiamato dagli altri». Episodio che avvalora la tesi di un “flusso gestito”. Così come il passaggio di un’auto, davanti alla Prefettura, dalla quale in tutta fretta sono state lanciate bottigliette d’acqua ai pakistani in attesa.

 >>> clicca per vedere le immagini

Il Comune di Biella propone ora un incontro in settimana. Sullo “sfratto” dall’ex Atap, l’assessore Diego Presa motiva: «Premesso che al Comune spetta la funzione socio-assistenziale verso chi si trova qui da un anno almeno, c’è un’emergenza: la ex sede Atap era una soluzione temporanea senza requisiti, pensiamo adesso a usare la ex caserma dei Vigili del Fuoco in via Gersen, più  strutturata. Capiamo le difficoltà della Prefettura, bisogna  vedere quali sono i rispettivi ruoli e coinvolgere tutto il territorio». La Prefettura chiude un allarme e se ne riapre un altro. Conclude Davide Garra: «Sono finiti i posti per gli arrivi degli sbarchi e io sono preoccupato».

Giovanna Boglietti  

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 21 settembre 2015

 

Seguici sui nostri canali