Il caso giudiziario

Oggi l’udienza decisiva per la morte di Rocco Marotta

Attesa per la nuova testimonianza (o il silenzio) della figlia Giulia, che sarà accompagnata coattivamente all'udienza.

Oggi l’udienza decisiva per la morte di Rocco Marotta
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Si entra oggi nella fase cruciale del processo a Carmine Manzo, il giovane accusato di omicidio preterintenzionale per la morte di Rocco Marotta, chiavazzese di 44 anni travolto da un’auto nell’agosto del 2024. L’udienza di oggi potrebbe segnare la fine del procedimento, ma anche riservare un clamoroso colpo di scena, dopo quanto emerso nella scorsa udienza.

Accompagnamento coatto di Giulia Marotta

Mercoledì scorso, infatti, il processo - celebrato con rito abbreviato condizionato - ha preso una piega inaspettata quando la giudice ha ordinato la riconvocazione in aula di Giulia Marotta, figlia della vittima e compagna dell’imputato, con accompagnamento coatto.

Denunciata per favoreggiamento

Giulia Marotta era già stata ascoltata il 2 luglio come testimone della difesa. Ma dopo la discussione delle parti civili è emerso un dettaglio che potrebbe stravolgere l’intero impianto processuale: la giovane è stata denunciata da alcuni familiari della vittima per favoreggiamento e concorso nell’omicidio del padre. Una denuncia che, pur presente nei fascicoli, finora non era stata pienamente valorizzata. Alla luce di questa nuova accusa, Giulia Marotta non doveva essere considerata semplice testimone: la sua posizione è ora quella di indagata, con tutti i diritti che ne derivano, compresa la facoltà di non rispondere e l’assistenza obbligatoria del suo avvocato, Antonio Morra.

Oggi la testimonianza chiave

Proprio oggi, sarà chiamata nuovamente a decidere se confermare quanto dichiarato nella precedente udienza, rischiando però di esporsi a responsabilità penali - avrebbe detto al compagno di non fermarsi mentre il padre era aggrappato all’auto - oppure avvalersi del silenzio, con l’effetto di annullare la validità delle sue precedenti dichiarazioni a favore di Manzo.

Le richieste delle parti

Nel frattempo, la scorsa settimana il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 4 anni e 8 mesi per Carmine Manzo, riconoscendo le attenuanti generiche e applicando lo sconto di pena previsto per il rito abbreviato. L’avvocato della difesa, Francesco Alosi, punta invece sull’assoluzione, invocando la legittima difesa e sostenendo che Manzo avrebbe agito in preda al panico dopo che Rocco Marotta si sarebbe lanciato sul cofano dell’auto. Di segno opposto la posizione dei legali della famiglia Marotta - Alessandra Guarini, Maurizio Riverditi e Rosa Rita Giampetruzzi - che chiedono il riconoscimento dell’omicidio volontario, l’ipotesi su cui la Procura aveva inizialmente aperto il fascicolo prima di derubricare il capo d’imputazione.