Offendono su Facebook i familiari del giovane accoltellato in pasticceria: partite le prime denunce
L'avvocato Alosi: "Offeso l'onore e il decoro dei miei clienti". Il reato ipotizzato è la diffamazione aggravata.
Stavolta non se la passeranno liscia i “leoni da tastiera” che dopo la concessione degli arresti domiciliari a Gregory Gucchio, 22 anni, di Cossato, imputato per l’omicidio volontario, nel bar pasticceria dove lavorava, di Andrea Maiolo, figlio del titolare dell’attività, si sono resi protagonisti di commenti a tratti molto feroci su Facebook, il noto social netwoork, nei confronti dei familiari della vittima, il padre e soprattutto la figlia Alessia, la ex fidanzata del giovane pasticcere accusato del delitto.
Mandato al legale
L’avvocato biellese Francesco Alosi (nella foto), ha avuto mandato da parte della famiglia Maiolo di individuare e denunciare per diffamazione aggravata, con richiesta di danni a ciascun haters (gli odiatori del web, ndr) tutti coloro che - a detta del legale - si sono permessi «di offendere l’onore ed il decoro dei miei clienti», ha ribadito. C’è persino chi - pensando probabilmente di rimanere impunito - si è permesso di accusare Alessia di aver istigato l’ex fidanzato a commettere il delitto. Una vera follia. «Andremo a prendere uno ad uno ogni nominativo», ha concluso l’avvocato Alosi. In realtà, nei giorni scorsi, le prime denunce querele sono già state depositate.
Non sono "zona franca"
I social network - a differenza di quanto in molti evidentemente credono in quanto si lasciano andare ad affermazioni esagerate - non sono "zona franca" dove poter scrivere di tutto e di più dando sfogo alle proprie frustrazioni o a vecchi rancori nei confronti del prossimo. Insulti, denigrazioni, offese di ogni genere scritte per sminuire gli altri, possono portare a ipotesi di reato pesanti quali, appunto, la diffamazione aggravata.
Cosa è previsto
Si tratta di un reato che consiste nell’offendere la reputazione di una persona assente. Il reato di diffamazione è più grave quando si attribuisce alla persona offesa un fatto determinato, quando è commesso a mezzo stampa oppure con altro mezzo di pubblicità (ad esempio tramite, appunto, internet o i social network). La verità dell’affermazione, oltretutto, non esclude la diffamazione.
Valter Caneparo