IL VINO DI VIVERONE

Nuovo presidente Consorzio Erbaluce. Nel direttivo il biellese Bagnod

Due i nuovi vicepresidenti che lo affiancheranno Iuculano nella guida degli associati: Ivo Actis Dana e Sergio Dezzutto

Nuovo presidente Consorzio Erbaluce. Nel direttivo il biellese Bagnod
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Antonino Iuculano neo presidente Consorzio Erbaluce di Caluso. Nel direttivo il biellese Roberto Bagnod

Iuculano (Cuceglio) al posto di Giorgio Gnavi.  Bagnod titolare Cella Grande di Viverone

Nel periodo in cui si celebra il decennale del riconoscimento della DOCG Erbaluce di Caluso
(il decreto ministeriale è dell’8 ottobre 2010), il Consorzio per la tutela e la valorizzazione
dei vini DOCG di Caluso e DOC di Carema e Canavese rinnova i propri organi dirigenti.
Nello scorso mese di ottobre Antonino Iuculano della Tenuta Roletto di Cuceglio ha assunto
la presidenza del Consorzio, subentrando nell’incarico a Giorgio Gnavi di Caluso.
Due i nuovi vicepresidenti che affiancheranno Iuculano nella guida degli
associatiall’organismo di tutela: sono Ivo Actis Dana presidente della Cantina sociale della
Serra di Piverone, e Sergio Dezzutto dell’azienda vitivinicola Santa Clelia di Mazzè.
Completano il consiglio d’amministrazione Massimiliano Bianco delle Cantine Briamara di
Cuceglio, Mario Gnavi della Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso, Lorenzo Simone
delle Masche di Levone, Lia Falconieri dell’Azienda agricola Cieck di San Giorgio Canavese,
Stefano Silva dell’omonima azienda di Agliè e Roberto Bagnod della tenuta Cella Grande di
Viverone.

"Apriamo ad altre aziende vitivinicole del territorio"

“Il primo obiettivo che ci poniamo è la riforma dello Statuto del Consorzio - afferma il
presidente Antonino Iuculano - che sono sicuro coinvolgerà tutti i consorziati e
rappresenterà un’apertura verso le altre aziende vitivinicole del territorio. Modificheremo
anche il Regolamento per offrire ai produttori i migliori strumenti per rafforzare la
denominazione”.
Direttore del Consorzio è stata nominata Giulia Fassina, laureata in controllo di qualità
all’Università del Piemonte Orientale, che si occuperà di gestire la parte tecnica
dell’organismo di tutela “per contribuire ad aiutare le produzioni di Caluso, Carema e
Canavese ad affermare le loro peculiarità di alta qualità nel panorama enologico italiano e
internazionale”.

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