«Non voglio suicidarmi, scrivo un libro»

«Non voglio suicidarmi, scrivo un libro»
Pubblicato:
Aggiornato:

Paura l’altra sera sul ponte della tangenziale, indicato - senza purtroppo suscitare un granché di interesse da chi dovrebbe occuparsene - da illustri psichiatri quali il primario Roberto Merli, come un vero e proprio hotspot dei suicidi, nel senso che può suscitare un fenomeno imitativo.

Verso le 21 è stato segnalato un uomo che ha raggiunto a piedi la parte centrale del ponte e si è fermato lungo il marciapiede a ridosso del basso parapetto che s’affaccia sul vuoto, verso il torrente Cervo, che - a detta di tutti gli automobilisti in transito che hanno telefonato alle forze dell’ordine - poteva avere intenzioni poco chiare. Per fortuna così non è stato: «Sto scrivendo un romanzo - si è giustificato con i poliziotti che si sono fiondati sul ponte con due volanti - l’ho iniziato nel 2012. Sono arrivato alla fase in cui il protagonista ha intenzione di buttarsi da un ponte. Ho voluto immedesimarmi, provare su me stesso quelle sensazioni di angoscia che attanagliano una persona in quei momenti, calarmi nella realtà dei fatti per essere il più realista possibile nel descrivere la scena...».

L’allarme l’hanno dato in tanti, tutti preoccupati per quell’inquietante presenza sul ponte a quell’ora di sera. L’uomo aveva con sé un tablet, si è avvicinato al parapetto e si è messo a guardare di sotto. Poi è tornato indietro, ha scritto qualcosa ed è tornato vicino a  quella ringhiera, troppo bassa per impedire a chiunque di buttarsi di sotto. I poliziotti hanno posizionato le auto sul ponte, quasi a voler proteggere quell’uomo. Il capopattuglia si è quindi messo a parlamentare. «Non abbiate paura - si è giustificato l’uomo - non ho intenzione di buttarmi, sto scrivendo un libro». Per precauzione, il sedicente scrittore è stato comunque portato al pronto soccorso e messo in contatto con uno psichiatra come prevede in questi casi il protocollo . Gli agenti, per trovare conferma a quanto era stato loro comunicato, hanno poi chiesto di poter visionare sul tablet la parte già scritta del romanzo. Alla fine il sedicente scrittore ha potuto far ritorno a casa.

V.Ca.

Paura l’altra sera sul ponte della tangenziale, indicato - senza purtroppo suscitare un granché di interesse da chi dovrebbe occuparsene - da illustri psichiatri quali il primario Roberto Merli, come un vero e proprio hotspot dei suicidi, nel senso che può suscitare un fenomeno imitativo.

Verso le 21 è stato segnalato un uomo che ha raggiunto a piedi la parte centrale del ponte e si è fermato lungo il marciapiede a ridosso del basso parapetto che s’affaccia sul vuoto, verso il torrente Cervo, che - a detta di tutti gli automobilisti in transito che hanno telefonato alle forze dell’ordine - poteva avere intenzioni poco chiare. Per fortuna così non è stato: «Sto scrivendo un romanzo - si è giustificato con i poliziotti che si sono fiondati sul ponte con due volanti - l’ho iniziato nel 2012. Sono arrivato alla fase in cui il protagonista ha intenzione di buttarsi da un ponte. Ho voluto immedesimarmi, provare su me stesso quelle sensazioni di angoscia che attanagliano una persona in quei momenti, calarmi nella realtà dei fatti per essere il più realista possibile nel descrivere la scena...».

L’allarme l’hanno dato in tanti, tutti preoccupati per quell’inquietante presenza sul ponte a quell’ora di sera. L’uomo aveva con sé un tablet, si è avvicinato al parapetto e si è messo a guardare di sotto. Poi è tornato indietro, ha scritto qualcosa ed è tornato vicino a  quella ringhiera, troppo bassa per impedire a chiunque di buttarsi di sotto. I poliziotti hanno posizionato le auto sul ponte, quasi a voler proteggere quell’uomo. Il capopattuglia si è quindi messo a parlamentare. «Non abbiate paura - si è giustificato l’uomo - non ho intenzione di buttarmi, sto scrivendo un libro». Per precauzione, il sedicente scrittore è stato comunque portato al pronto soccorso e messo in contatto con uno psichiatra come prevede in questi casi il protocollo . Gli agenti, per trovare conferma a quanto era stato loro comunicato, hanno poi chiesto di poter visionare sul tablet la parte già scritta del romanzo. Alla fine il sedicente scrittore ha potuto far ritorno a casa.

V.Ca.

 

Seguici sui nostri canali