No vax, l'Asl replica: «Rivolgetevi ai pediatri»
Dopo la protesta di martedì scorso in Provveditorato.

No Vax, dopo la protesta in Provveditorato di martedì scorso arriva la replica dell'Asl. Che invita i genitori a rivolgersi ai loro pediatri.
No vax, la protesta in Provveditorato
Per una porta che si apre, un’altra viene chiusa. Se i genitori Free Vax del gruppo spontaneo “Libertà di cura Biella”, che non hanno ancora vaccinato e non sono intenzionati a farlo i loro bambini come da obbligo introdotto dalla legge 119 del 2017 per l’accesso a scuola, martedì hanno incassato il “sì” del Provveditorato, non avranno invece occasione di confronto con l’altro importante interlocutore del caso, Asl Bi. Perché a rispondere loro, contattata da “Eco di Biella”, è la dottoressa Nadia Agostino, direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda sanitaria locale, che fa sapere: «La discussione principale per questi genitori, ovvero se vaccinare o meno il proprio bambino, non va fatta con l’esecutore materiale, Asl Bi, ma con il loro pediatra di libera scelta, che conosce la storia del bambino e, attenendosi alla comune guida alle controindicazioni, può certificare un eventuale esonero parziale temporaneo, contro il quale certo noi non andiamo in conflitto».
Difficile il confronto
Il passo del Provveditorato. Sembrerebbe, dunque, che non ci possa essere l’occasione di confronto sui singoli casi di “inadempienti” (350, dei quali 18 già interessati dall’invio di decreti di esclusione da nidi e materne firmati da alcuni presidi), per la quale i vertici dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Biella, accolta la richiesta dei genitori Free Vax (ndr. si legga articolo in pagina), si erano detti disponibili a “mediare” con Asl Bi.
Nessun riscontro per "Libertà di cura"
Il “no”. Pec, raccomandate, telefonate da settembre a oggi: il gruppo “Libertà di cura” non ha ricevuto riscontro. La dottoressa Agostino così motiva: «È reciproco. Li ho invitati a venire a vaccinare i bambini, ma non sono venuti». E sul fatto che i genitori non siano venuti per vaccinare, ma si sarebbero presentati per parlare, risponde: «La maggior parte di loro non ha figli neonati. Non sono stati invitati al colloquio adesso, ma negli anni scorsi. Si inizia a vaccinare al terzo mese, e dalla prima volta forniamo tutte le indicazioni possibili. Il vaccino, poi, è sempre lo stesso, il calendario anche, il bambino anche: se prima siamo stati ignorati, ora si cerca un colloquio per via dell’obbligatorietà? Non c’è nulla di nuovo, sono vaccinazioni una volta caldamente raccomandate, ora obbligatorie: sei dell’esavalente, poi morbillo-parotite-rosolia e varicella dal 1° gennaio».
A tal proposito, l’esito delle vaccinazioni fatte sinora ha per esito la conferma del 95 per cento di copertura esavalente e del salto dall’88 al 94,5 per cento dei morbillo-parotite-rosolia. La dottoressa Agostino è soddisfatta: «In tanti hanno risposto. E sono state una grande conquista anche le tante sedute contro l’Hpv, il Papilloma Virus, per i giovani».