Nessun segreto violato, medico assolto
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Era accusato d’aver consentito a un suo paziente di apprendere che erano in corso indagini sul suo conto in tema di spaccio di droga e cessione di metadone. Un’accusa grave per un medico del suo calibro, da sedici anni in servizio al Sert di Cossato e da otto responsabile della struttura. Il dottor Lorenzo Somaini, 46 anni, ha dovuto dimostrare nel corso di un processo di non aver violato né il rapporto di fiducia con il paziente e neppure quello con i carabinieri: «Una situazione - ha lui stesso dichiarato nel corso del dibattimento - che sto vivendo molto male».
Si è trovato, come spesso accade a medici in prima linea come lui nei rapporti con pazienti dal passato e dal presente difficile, tra l’incudine e il martello: da una parte il rapporto con le forze dell’ordine, con una richiesta di informazioni da soddisfare, dall’altra il rapporto con il paziente assolutamente da non tradire.
Alla fine, dopo un lungo confronto con l’imputato, sottoposto a un vero e proprio fuoco di fila di domande, lo stesso pubblico ministero, Mariaserena Iozzo, ha chiesto l’assoluzione, allineandosi a quanto richiesto dal difensore, avvocato Marco Romanello. Il Tribunale (presidente Paola Rava, a latere Emanuele Migliore e Franceco Pipicelli), ha alla fine assolto il medico del Sert di Cossato con la formula più ampia possibile: «perché il fatto non sussiste».
Valter Caneparo
Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 7 marzo 2016
Era accusato d’aver consentito a un suo paziente di apprendere che erano in corso indagini sul suo conto in tema di spaccio di droga e cessione di metadone. Un’accusa grave per un medico del suo calibro, da sedici anni in servizio al Sert di Cossato e da otto responsabile della struttura. Il dottor Lorenzo Somaini, 46 anni, ha dovuto dimostrare nel corso di un processo di non aver violato né il rapporto di fiducia con il paziente e neppure quello con i carabinieri: «Una situazione - ha lui stesso dichiarato nel corso del dibattimento - che sto vivendo molto male».
Si è trovato, come spesso accade a medici in prima linea come lui nei rapporti con pazienti dal passato e dal presente difficile, tra l’incudine e il martello: da una parte il rapporto con le forze dell’ordine, con una richiesta di informazioni da soddisfare, dall’altra il rapporto con il paziente assolutamente da non tradire.
Alla fine, dopo un lungo confronto con l’imputato, sottoposto a un vero e proprio fuoco di fila di domande, lo stesso pubblico ministero, Mariaserena Iozzo, ha chiesto l’assoluzione, allineandosi a quanto richiesto dal difensore, avvocato Marco Romanello. Il Tribunale (presidente Paola Rava, a latere Emanuele Migliore e Franceco Pipicelli), ha alla fine assolto il medico del Sert di Cossato con la formula più ampia possibile: «perché il fatto non sussiste».
Valter Caneparo
Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 7 marzo 2016