La storia

Nessun processo per l'agricoltore accusato di aver rubato 1600 chili... di letame

Il caso discusso nel tribunale di Biella ha portato a una sentenza di non luogo a procedere.

Nessun processo per l'agricoltore accusato di aver rubato 1600 chili... di letame
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Il 12 febbraio 2025 si è conclusa l’udienza preliminare nei confronti di A.S., agricoltore di 42 anni residente nella Pianura biellese, accusato di aver commesso ripetuti atti di molestia e minaccia nei confronti di un vicino agricoltore, nonché di un furto di letame di rilevante entità, sempre ai danni del suo vicino. Il presunto furto di 1600 chili di letame, del valore di 1.500 euro circa, è stato uno degli episodi centrali di questa lunga disputa tra i due agricoltori, che dura dal 2014, disputa che alla fine è arrivata in aula di tribunale dove il Giudice per le udienze preliminari (GUP) ha emesso una sentenza di non luogo a procedere, dichiarando che non sussistono prove sufficienti per procedere con il processo.

Il Furto di letame

Nel gennaio e nel febbraio 2023, la vittima del presunto furto aveva denunciato la scomparsa di 400 e 1200 chili di letame, sottratti dai suoi terreni agricoli in un paese della Pianura biellese. Secondo l'accusa, l'imputato avrebbe approfittato della sua vicinanza alla proprietà per rubare il fertilizzante utilizzato per concimare i suoi campi. A sostegno di questa tesi la vittima aveva fatto notare le tracce di pneumatici di un trattore lasciate sul suo terreno, che conducevano a quelli dell'imputato.

Le minacce e le molestie

Oltre al furto di letame, l'imputato era accusato di aver molestato e minacciato il suo vicino con comportamenti intimidatori iniziati fin dal 2014. In particolare, la vittima ha raccontato di essere stato vittima di un'escalation di minacce verbali e fisiche da parte del suo vicino: una delle minacce più significative è stata quella con il gesto del pollice sotto la gola, un simbolo che avrebbe rappresentato una minaccia di sgozzamento. Inoltre, stando a quanto dichiarato dalla vittima, l'imputato avrebbe ripetutamente manomesso l’impianto di irrigazione dei terreni del vicino, deviando il flusso dell’acqua per danneggiare i suoi raccolti.

Il tentativo d'investimento con un'auto

A ciò si aggiungono altri episodi di minaccia, come il tentativo di investimento con un’auto durante un litigio nel 2021. Il conflitto era nato per la gestione dei passaggi dei mezzi sui rispettivi terreni agricoli.

La decisione del giudice

Il Giudice per l’Udienza Preliminare ha emesso una sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell'agricoltore 42enne. La motivazione di tale decisione si basa sull'assenza di prove concrete che possano giustificare una condanna, in particolare per quanto riguarda il furto di letame, dove le tracce e le testimonianze non sono risultate sufficientemente solide.

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