Il processo

Muore mentre lavora in piscina: una condanna

La tragedia avvenne a Zubiena dove morì un operaio di Mongrando. Due anni al solo padrone di casa nonché datore di lavoro. Assolti gli altri quattro imputati

Muore mentre lavora in piscina: una condanna
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Da cinque imputati a un solo colpevole per la morte di un operaio che era rimasto schiacciato mentre stava lavorando in una piscina in costruzione, di proprietà della famiglia Giglio Tos, avvenuta il 21 settembre 2018. Non c’era stato più niente da fare per Mauro Giordano, 53 anni, di Mongrando, morto dopo due mesi di agonia. Ieri sera, mercoledì 22 novembre, il giudice Francesca Tortora, in composizione monocratica, ha condannato a due anni di reclusione Il piemme Bernardeschi aveva chiesto un anno) con la condizionale, al termine del processo di primo grado, Roberto Giglio Tos, 56 anni, di Zubiena (avvocati Riccardo Lanzo e Massimo Giordfano di Novara), in qualità di committente dei lavori per la realizzazione della piscina e proprietario dell’immobile.

Un solo colpevole e quattro assolti

A lui, la Procura contestava l’aver autorizzato l’accesso all’area del cantiere proprio al dipendente Mauro Giordano senza prima averne verificato i requisiti tecnico-professionali. Avrebbe altresì proceduto al completo riempimento della piscina non ancora ultimata, in violazione delle precise indicazioni contenute nel manuale delle istruzioni.

Sono stati invece assolti gli altri quattro imputati, a partire dalla moglie dell’impresario funebre, Claudia Cattai, 56 anni, sempre in qualità di proprietaria e committente dei lavori.

Assolta anche Rosaria De Marco, 45 anni (avvocato Carlo Boccaccino), con studio a Ponderano, nella sua qualità di direttore dei lavori e di progettista delle opere architettoniche, a cui il piemme contestava di non aver effettuato alcun sopralluogo né alcuna verifica dello stato di avanzamento dei lavori, così omettendo di impartire istruzioni per il montaggio della piscina e di richiedere una verifica delle criticità strutturali.

Assoluzione anche per l’architetto Marco Siletti, 52 anni, di Mongrando (avvocato Luca Recami), nella sua qualità di progettista delle opere strutturali, per aver omesso una lunga serie di operazioni che - a detta dell’accusa - avrebbero consentito di evitare il cedimento della struttura.

E’ stata pronunciata sentenza di assoluzione, infine, anche per Massimiliano Marzanati, 51 anni, di Zubiena, in qualità di titolare dell’impresa che aveva eseguito i lavori, anche lui accusato per una serie di omissioni progettuali e relative alla sicurezza e per essere in tal modo venuto meno ai propri doveri di verifica della sicurezza dei lavori in corso di svolgimento.

Servizio completo in edicola oggi, giovedì 23 novembre, su Eco di Biella.

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