"Mio fratello non è uno stupratore"
Roberto Antonio Cirina (ricercato in tutta Europa) difeso dalla sorella Martina. Imputato per presunti abusi su una 13enne. "Ecco perché la ospitava a casa"

"Sarà anche uno stronzo, uno scemo... Ma mio fratello non è uno stupratore". Così Martina - contattata da Eco di Biella - prende le difese di Roberto Antonio Cirina, il tatuatore candelese 38enne che due settimane fa avrebbe dovuto presentarsi in tribunale a Biella, dov’è imputato in un processo per violenza sessuale nei confronti di una tredicenne, figlia di una sua conoscente. Di lui, però, si sono perse le tracce da oltre un anno: per questo il tribunale ha emesso un avviso di ricerca europeo, che resterà valido fino al 2071 e consentirà di rintracciarlo qualora usasse i suoi documenti d’identità.
L'intervista alla sorella di Roberto Antonio Cirina
Martina, per quanto ne sa lei che cosa è successo?
"La ragazza, se ha subito molestie, non è stato sicuramente da parte di mio fratello. Quello che so è che una notte è scappata ed è andata a bussare alla porta di mio fratello, che conoscendola l’ha fatta entrare. La bambina gli ha chiesto se potesse rimanere lì e mio fratello, che aveva un rapporto di grande amicizia con il defunto padre di lei, le ha detto che andava bene... È lì che ha sbagliato... a non chiamare immediatamente i Carabinieri per denunciare questa situazione e far portare via la bambina".
Intervista completa in edicola oggi, giovedì 10 ottobre, su Eco di Biella.