Maxi truffa da 3,3 milioni ai danni del Recovery Fund: la Guardia di Finanza di Biella smantella associazione a delinquere
Il blitz investigativo ha coinvolto ben 35 persone fisiche e 16 società, tutte deferite alla magistratura con gravi ipotesi di reato.

Una complessa indagine condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Biella, sotto il coordinamento della Procura Europea – Ufficio di Torino, ha portato alla luce una maxi truffa ai danni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dei fondi europei, con un danno stimato di 3,3 milioni di euro, già oggetto di sequestro preventivo.
Il blitz investigativo ha coinvolto ben 35 persone fisiche e 16 società, tutte deferite alla magistratura con gravi ipotesi di reato: associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, falso in bilancio e frode fiscale. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal GIP presso il Tribunale di Bologna.
Il meccanismo fraudolento: prestanome e bilanci falsificati
Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo criminale operava attraverso una rete estesa di professionisti del settore tributario e centri di assistenza fiscale, attivi su scala nazionale. Il modus operandi prevedeva la creazione di società fittizie, intestate a ignari prestanome, i cui bilanci venivano manipolati ad arte per simulare l’attività economica e accedere così ai fondi del Recovery Fund e ai crediti d’imposta destinati ai lavori di efficientamento energetico – lavori che, in realtà, non sono mai stati eseguiti.
Una frode estesa in tutta Italia
L’inchiesta ha fatto emergere ramificazioni dell’organizzazione criminale in numerose province italiane: Biella, Bologna, Fermo, Torino, Firenze, Vicenza, Empoli, Verona, Roma, Prato, Pesaro e Perugia. In questi territori si concentravano le operazioni di costituzione delle società, falsificazione dei bilanci e presentazione delle domande di contributo pubblico.
Il ruolo della Procura Europea e della Guardia di Finanza
L’operazione conferma il ruolo strategico della Guardia di Finanza e della Procura Europea nel garantire la corretta attuazione del PNRR e nel contrastare ogni forma di frode ai danni delle finanze pubbliche. Il sequestro dei 3,3 milioni rappresenta un passo concreto nel recupero delle risorse sottratte illecitamente, a tutela delle imprese oneste e per assicurare un utilizzo trasparente ed efficiente dei fondi nazionali ed europei.
Il caso di Biella si inserisce in un più ampio quadro di vigilanza rafforzata sul PNRR, dimostrando come la cooperazione tra forze investigative e autorità giudiziarie europee sia cruciale per arginare fenomeni criminali sofisticati e diffusi sul territorio.