Matilda, ecco le frasi incriminate

Matilda, ecco le frasi incriminate
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Saranno le intercettazioni ambientali registrate dieci anni fa dai microfoni nascosti sull’auto della mamma della piccola Matilda Borin, la bimba di 22 mesi uccisa da un violento colpo al fianco il 2 luglio 2005 a Roasio, il pilastro difensivo dei legali di Antonio Cangialosi, 45 anni, l’ex bodyguard che verrà processato con rito abbreviato per l’omicidio della piccola, dopo che la madre, Elena Romani, 42 anni, è stata assolta in modo definitivo dalla stessa accusa. Sono stati i difensori, Sandro e Andrea Delmastro, a chiedere e a ottenere dal giudice, venerdì mattina, il rito abbreviato subordinato a una nuova perizia fonica proprio sulle intercettazioni che, in precedenza, avevano provocato un duro confronto tra accusa e difesa nel corso delle indagini e del processo alla Romani. I microfoni erano stati piazzati sia sull’auto della mamma della bambina sia su quella del suo compagno di allora.
La Romani, di ritorno dalla Procura di Vercelli dopo il primo interrogatorio, con una canzone di Laura Pausini di sottofondo, aveva pronunciato tra sé e sé alcune frasi che la pubblica accusa aveva ritenuto in grado di incastrare la hostess di Legnano. Nel corso di un incidente probatorio, pochi mesi dopo la morte di Matilda, accusa e difesa avevano sostenuto tesi contrapposte su alcune di quelle affermazioni. Gli esperti del Racis (il Raggruppamento scientifico dei carabinieri) avevano - secondo la loro perizia fonica - riportato alla versione originale la frase «Mati, aiutami, non posso pagare per una cosa che non volevo fare» che era tornata ad essere «Non posso pagare per una cosa che non ho fatto». Nella stessa perizia, risultava però chiara un’altra frase che la donna avrebbe pronunciato sempre nella stessa circostanza: «Sono stata io, amore, ti ho dato le botte...». Ma, secondo il perito della difesa, non si era trattata di frase affermativa, bensì interrogativa.
In un’altra registrazione, la donna, sempre sulla sua auto, mentre si stava recando in Tribunale, avrebbe detto: «Sono tanto pentita...». Una frase, in realtà, che potrebbe riferirsi a molteplici cose, non ultimo il rapporto con Cangialosi.

Valter Caneparo

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 25 ottobre 2015 

Saranno le intercettazioni ambientali registrate dieci anni fa dai microfoni nascosti sull’auto della mamma della piccola Matilda Borin, la bimba di 22 mesi uccisa da un violento colpo al fianco il 2 luglio 2005 a Roasio, il pilastro difensivo dei legali di Antonio Cangialosi, 45 anni, l’ex bodyguard che verrà processato con rito abbreviato per l’omicidio della piccola, dopo che la madre, Elena Romani, 42 anni, è stata assolta in modo definitivo dalla stessa accusa. Sono stati i difensori, Sandro e Andrea Delmastro, a chiedere e a ottenere dal giudice, venerdì mattina, il rito abbreviato subordinato a una nuova perizia fonica proprio sulle intercettazioni che, in precedenza, avevano provocato un duro confronto tra accusa e difesa nel corso delle indagini e del processo alla Romani. I microfoni erano stati piazzati sia sull’auto della mamma della bambina sia su quella del suo compagno di allora.
La Romani, di ritorno dalla Procura di Vercelli dopo il primo interrogatorio, con una canzone di Laura Pausini di sottofondo, aveva pronunciato tra sé e sé alcune frasi che la pubblica accusa aveva ritenuto in grado di incastrare la hostess di Legnano. Nel corso di un incidente probatorio, pochi mesi dopo la morte di Matilda, accusa e difesa avevano sostenuto tesi contrapposte su alcune di quelle affermazioni. Gli esperti del Racis (il Raggruppamento scientifico dei carabinieri) avevano - secondo la loro perizia fonica - riportato alla versione originale la frase «Mati, aiutami, non posso pagare per una cosa che non volevo fare» che era tornata ad essere «Non posso pagare per una cosa che non ho fatto». Nella stessa perizia, risultava però chiara un’altra frase che la donna avrebbe pronunciato sempre nella stessa circostanza: «Sono stata io, amore, ti ho dato le botte...». Ma, secondo il perito della difesa, non si era trattata di frase affermativa, bensì interrogativa.
In un’altra registrazione, la donna, sempre sulla sua auto, mentre si stava recando in Tribunale, avrebbe detto: «Sono tanto pentita...». Una frase, in realtà, che potrebbe riferirsi a molteplici cose, non ultimo il rapporto con Cangialosi.

Valter Caneparo

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