Carmine Manzo non voleva uccidere Rocco Marotta. È questo, in estrema sintesi, il punto da cui parte la giudice Francesca Tortora per redigere le 106 pagine di motivazioni depositate martedì mattina nel Tribunale di Biella a sostegno della sentenza di condanna pronunciata nei suoi confronti lo scorso 16 luglio. Per il Tribunale, quello del giovane biellese non fu un gesto volontario ma un tentativo di difendersi andato troppo oltre, un errore di valutazione fatale. «L’eccesso nell’uso dei mezzi a disposizione di Manzo – si legge nelle motivazioni – è stato dovuto a un errore di valutazione e non a una condotta volontaria».
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