il caso

Lo rapina poi cerca di strangolarlo

Dalle botte e dalle minacce per riuscire a derubarlo di tutto ciò che aveva addosso, alle mani che hanno cominciato a stringersi forte al collo al punto da provocare alla vittima di quella serata folle tipo “Arancia meccanica”, ferite di notevole gravità.

Lo rapina poi cerca di strangolarlo
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Lo rapina poi cerca di strangolarlo. Dalle botte e dalle minacce per riuscire a derubarlo di tutto ciò che aveva addosso, alle mani che hanno cominciato a stringersi forte al collo al punto da provocare alla vittima di quella serata folle tipo “Arancia meccanica”, ferite di notevole gravità.

Lo rapina poi cerca di strangolarlo

Da rapina a tentato omicidio. Dalle botte e dalle minacce per riuscire a derubarlo di tutto ciò che aveva addosso, alle mani che hanno cominciato a stringersi forte al collo al punto da provocare alla vittima di quella serata folle tipo “Arancia meccanica”, ferite di notevole gravità. Così, nei giorni scorsi, durante il processo a carico di due marocchini accusati di rapina, al termine della deposizione della vittima, il Pubblico ministero, Francesca Ranieri, ha chiesto di modificare l’accusa nei confronti dell’imputato reperibile, da rapina a tentato omicidio.
La nuova accusa è stata mossa nei confronti di Chouaib El Ghardi, 29 anni, di Chiavazza (difeso dall’avvocato Marco Romanello) che è accusato in concorso con Nail El Houcine, che risulta irreperibile.
El Ghardi è volto noto non solo tra le forze dell’ordine che l’hanno fermato innumerevoli volte. A Biella i commercianti che lavorano di notte nei fine settimana lo conoscono tutti per le sue continue intemperanze, per l’arroganza con cui si presenta, spesso dopo aver esagerato con le bevande alcoliche, nonché per gli atti di prepotenza. E’ alto, imponente e nei ragazzi incute timore. Ma stavolta il giovane di origini marocchine rischia davvero grosso.

L’aggressione

I fatti sono gravissimi. L’imputato e l’amico si sarebbero accaniti nei confronti di un biellese di 37 anni. Prima, sotto la minaccia di un coltello a serramanico, i due avevano costretto la loro vittima a portarli sino a Gaglianico dove l’avevano legato a una panchina per rubargli il cellulare, il portafoglio, le chiavi dell'auto, gli occhiali e alcuni monili. L’avevano quindi costretto a risalire in macchina dopo averlo preso a pugni e quando l’uomo aveva provato a scappare, lo avevano raggiunto e avevano cercato di strangolarlo, facendolo svenire e provocandogli una distorsione della colonna vertebrale nonché un trauma alla laringe. Avrebbe pertanto rischiato di morire. Da qui la nuova, pesante, accusa.

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