Licenziato il veterinario di Caluso che spara ai leoni

Licenziato il veterinario di Caluso che spara ai leoni
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BIELLA - Il veterinario Luciano Ponzetto non è più direttore del canile di Caluso. La clamorosa notizia l’ha data in anteprima nazionale al megafono, sabato nel primo pomeriggio, Valerio Vassallo, portavoce dello sparuto drappello di animalisti del “Movimento etico tutela animali e ambiente” che per tre ore ha assediato con slogan, striscioni applicati alle inferriate e bandiere con il simbolo del lupo che ulula, la sede  del Safari Club International di via dei Seminari a Biella di cui il veterinario di Caluso è socio. Un successo per gli amanti degli animali che hanno scaricato le loro ire contro il professionista dal giorno in cui è stata pubblicata in rete una sua foto che lo ritraeva accanto a un leone ucciso durante un safari di caccia in Tanzania.

Ponzetto aveva ricoperto quell’incarico per 16 anni, ma le pressioni degli animalisti e di tutte le associazioni che in questi giorni si sono schierate contro il veterinario amante della caccia, ha fatto cambiare idea ai responsabili della struttura che ospita circa 150 cani.

Intanto, sabato pomeriggio in via dei Seminari, gli animalisti sono stati accolti da... una bella giornata di sole. E basta. A parte poliziotti e carabinieri, di persone comuni non ce n’erano. I promotori della protesta erano una trentina ad essere buoni. Il contatto diretto con i cacciatori del club fondato tra gli altri da Carlo Caldesi, padre dell’ex vicesindaco di Biella, Livia Caldesi, anche lei grande appassionata di caccia, non c’è ovviamente stato. A evitare qualunque tipo di contestazione sopra le righe, c’erano poliziotti e carabinieri in discreto numero. Gli animalisti provenivano da tutto il Piemonte e dalla Lombardia. La facciata della sede del club, fondato a metà degli anni Ottanta, è stata tappezzata di striscioni contro l’uccisione di animali e pesci e dalle bandiere del “Meta”.

Per mezzo di un comunicato a firma del presidente, Tiziano Terzi, il Safari Club ha spiegato che l’associazione «è dedita alla conservazione della natura e alla tutela della caccia, non è un’agenzia che organizza viaggi venatori».«Dove sono i cacciatori - ha tuonato più volte al megafono Valerio Vassallo -. Ho ricevuto numerose minacce da parte di questi personaggi su Facebook e adesso che sono qui in strada questi soggetti non si fanno nemmeno vedere». Gli slogan, alcuni ricchi di insulti nei confronti di cacciatori e pescatori, non sono mancati. Ma le tre ore di protesta pacifica degli animalisti, sono alla fine trascorse senza incidenti.

Radiato? Vassallo ha tra le altre cose annunciato che sono già 150 i veterinari del distretto di Torino che hanno minacciato di dimettersi dall’Ordine di categoria, in caso di mancata radiazione del loro collega.La Federazione nazionale ordini veterinari italiani, si è espressa sollevando non pochi dubbi sull’opportunità che un veterinario possa per divertimento uccidere degli animali. Il presidente dell’ordine torinese, Thomas Bottello, si è rivolto ai legali per chiarire la questione. Il danno all’immagine di tutta la categoria è comunque parecchio pesante.

Valter Caneparo

BIELLA - Il veterinario Luciano Ponzetto non è più direttore del canile di Caluso. La clamorosa notizia l’ha data in anteprima nazionale al megafono, sabato nel primo pomeriggio, Valerio Vassallo, portavoce dello sparuto drappello di animalisti del “Movimento etico tutela animali e ambiente” che per tre ore ha assediato con slogan, striscioni applicati alle inferriate e bandiere con il simbolo del lupo che ulula, la sede  del Safari Club International di via dei Seminari a Biella di cui il veterinario di Caluso è socio. Un successo per gli amanti degli animali che hanno scaricato le loro ire contro il professionista dal giorno in cui è stata pubblicata in rete una sua foto che lo ritraeva accanto a un leone ucciso durante un safari di caccia in Tanzania.

Ponzetto aveva ricoperto quell’incarico per 16 anni, ma le pressioni degli animalisti e di tutte le associazioni che in questi giorni si sono schierate contro il veterinario amante della caccia, ha fatto cambiare idea ai responsabili della struttura che ospita circa 150 cani.

Intanto, sabato pomeriggio in via dei Seminari, gli animalisti sono stati accolti da... una bella giornata di sole. E basta. A parte poliziotti e carabinieri, di persone comuni non ce n’erano. I promotori della protesta erano una trentina ad essere buoni. Il contatto diretto con i cacciatori del club fondato tra gli altri da Carlo Caldesi, padre dell’ex vicesindaco di Biella, Livia Caldesi, anche lei grande appassionata di caccia, non c’è ovviamente stato. A evitare qualunque tipo di contestazione sopra le righe, c’erano poliziotti e carabinieri in discreto numero. Gli animalisti provenivano da tutto il Piemonte e dalla Lombardia. La facciata della sede del club, fondato a metà degli anni Ottanta, è stata tappezzata di striscioni contro l’uccisione di animali e pesci e dalle bandiere del “Meta”.

Per mezzo di un comunicato a firma del presidente, Tiziano Terzi, il Safari Club ha spiegato che l’associazione «è dedita alla conservazione della natura e alla tutela della caccia, non è un’agenzia che organizza viaggi venatori».«Dove sono i cacciatori - ha tuonato più volte al megafono Valerio Vassallo -. Ho ricevuto numerose minacce da parte di questi personaggi su Facebook e adesso che sono qui in strada questi soggetti non si fanno nemmeno vedere». Gli slogan, alcuni ricchi di insulti nei confronti di cacciatori e pescatori, non sono mancati. Ma le tre ore di protesta pacifica degli animalisti, sono alla fine trascorse senza incidenti.

Radiato? Vassallo ha tra le altre cose annunciato che sono già 150 i veterinari del distretto di Torino che hanno minacciato di dimettersi dall’Ordine di categoria, in caso di mancata radiazione del loro collega.La Federazione nazionale ordini veterinari italiani, si è espressa sollevando non pochi dubbi sull’opportunità che un veterinario possa per divertimento uccidere degli animali. Il presidente dell’ordine torinese, Thomas Bottello, si è rivolto ai legali per chiarire la questione. Il danno all’immagine di tutta la categoria è comunque parecchio pesante.

Valter Caneparo

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